Già, il toro: targato Red Bull fino all'inizio della scorsa annata, prima che il patatrac di Sochi (e le "pressioni" provenienti dal fronte Verstappen) non gli imponessero un brusco ritorno dalle parti di Faenza e, soprattutto, nella seconda metà dello schieramento. Eppure, la fiducia attorno a lui sembra non essere comunque venuta meno: quando ci presentiamo nell'hospitality Toro Rosso per il nostro appuntamento, lo troviamo intento a parlare proprio con Helmut Marko, al punto che la nostra intervista slitta di qualche minuto. Poco male: il tempo di un energy drink (indovinate quale...) e Daniil è pronto per rispondere alle nostre domande. Meglio però prenderla inizialmente alla larga...

Daniil, innanzitutto che idea ti sei fatto delle nuove vetture? Quali sono le differenze che hai riscontrato rispetto allo scorso anno?
Beh, chiaramente la prima cosa che si avverte è l'aumento del carico aerodinamico. In curva adesso possiamo spingere molto di più, e questa è una cosa davvero molto interessante per noi piloti. Questa è la nuova tendenza delle nuove macchine, per il resto non vi sono moltissime differenze.

Abbiamo già visto a tal proposito alcune vetture percorrere in pieno la curva 3: siete già in grado di fare altrettanto o pensi che si sarà ancora un po' di lavoro da fare?
Ovviamente ogni team sta progredendo in maniera differente, per cui è un po' presto per fare questa valutazione. Però penso che in qualifica saranno impressionanti le velocità che raggiungeremo in curva: sarà molto impegnativo affrontare il cambio di direzione tra le curve 2 e 3 e poi anche curva 9 sarà molto difficile da affrontare.

Tutte queste novità introdotte quest'anno secondo te aiuteranno a vedere gare più spettacolari ed in grado di avvicinare nuovamente il pubblico alla Formula 1?
Beh, se non altro almeno non si parlerà più della GP2 vicina a noi in termini di prestazioni...in confronto sembrerà un giocattolo, perchè queste Formula 1 sono davvero di un altro pianeta. Ma devo dire che, in termini di spettacolo, negli ultimi tre anni non è mai mancato nulla. Sinceramente penso che la gente non è mai sazia e non lo sarà mai...in ogni caso vedremo quale sarà il bilancio alla fine di quest'anno.

Questo grosso salto prestazionale come ha influito sulla tua preparazione fisica durante l'inverno? Su quali parti del tuo fisico hai lavorato in particolar modo?
Innanzitutto su collo e spalle, che sono le parti più sollecitate. Peccato non essere riusciti ad accumulare un buon numero di chilometri nella prima parte dei test...ma per il momento non ho avvertito alcun fastidio, perciò ritengo che abbiamo fatto un buon lavoro.

Avete accusato qualche problema nella prima parte dei test, quindi d'ora in avanti l'obiettivo sarà quello di recuperare il tempo perduto e inanellare il maggior numero di chilometri possibili da qui a Melbourne...
Sì, abbiamo fatto il minimo indispensabile...ora però vogliamo tornare in linea e percorrere tanti giri, speriamo più di 100 al giorno. Questo sarà il nostro obiettivo.

Cambiamo argomento: come ti vedi da qui ai prossimi 3-4 anni in Formula 1? Quale direzione pensi che possa prendere la tua carriera e quali obiettivi ti poni?
Mah, a volte porsi degli obiettivi può risultare pericoloso. Naturalmente punto a vincere un giorno, e se questo dovesse succedere potranno cambiare tante cose. Occorrerà essere nel posto giusto al momento giusto, ma al destino questo non si può chiedere...

Com'è il tuo rapporto all'interno del team con il tuo compagno di squadra? Tra di voi c'è molta competizione ma anche collaborazione, nell'intento di fare crescere velocemente la vettura...
Naturalmente in questo periodo dell'anno stiamo collaborando molto per aiutare il team a sviluppare nel migliore dei modi la nuova macchina, ma penso che all'interno di una squadra sia necessaria una giusta dose di rivalità tra i piloti: questo perché aiuta a "spingersi" a vicenda e anche perché è il pilota, in fin dei conti, a fare la differenza. Con Carlos siamo sempre andati d'accordo, non ci siamo mai spinti troppo "oltre": ma, se questo dovesse succedere, significherà che staremo lottando per posizioni davvero importanti, dunque non sarà poi una cattiva cosa!

All'interno del team e della Red Bull in generale, con particolare riferimento al dottor Marko, senti nuovamente una grossa fiducia attorno a te dopo quanto accaduto lo scorso anno? Avverti questa energia positiva?
A dire la verità, ho imparato a non dover fare troppo affidamento su di essa. Ho capito che è meglio cercare di essere un po' più indipendenti sotto questo punto di vista, perché soprattutto in questo sport è un aspetto molto volubile. Penso a concentrarmi sui risultati che devo ottenere e se essi sono positivi o meno lo so da solo. Non ho bisogno che ci sia qualcuno a farmelo notare...

Se tu potessi tornare indietro, soprattutto ripensando a quanto successo a Sochi, cosa cambieresti? Anche a livello personale, quanto sei cambiato dopo l'esperienza dello scorso anno?
Mah, quello che è accaduto appartiene ormai al passato e me lo sono lasciato alle spalle. Penso a guardare avanti: indubbiamente quello che è successo ha contribuito a fare di me una persona diversa, ma adesso voglio solo pensare al futuro.

L'ultima domanda riguarda l'Italia: tu hai vissuto per anni a Roma e hai un rapporto speciale con il nostro Paese. Cosa puoi promettere ai tuo fans italiani per il 2017?
Senza dubbio l'Italia occupa un posto speciale nel mio cuore, attualmente vivo a Montecarlo ma torno spesso a Roma per trovare gli amici. Preferisco non fare troppe promesse: sicuramente cercherò di fare del mio meglio e dare il 100% in ogni weekend. Mi sento più in forma che mai, ho tanta fame e voglia di fare bene. Sono poi molto contento di far parte di un team come la Toro Rosso, dove mi sento a casa. Forza Italia!

Da Barcellona - Marco Privitera

 

 

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