DPi (11 auto).  Sarà l’anno in cui si vedranno cadere i record sul giro: il livello competitivo è apertissimo con le Riley-Mazda fortissime sul giro secco (con il nuovo record ufficioso fatto stabilire da Oliver Jarvis). Il team Joest, per anni braccio armato Audi, ha sviluppato assiduamente il prototipo (facilitato dalle deroghe concesse dall’IMSA) e rinforzato l’organigramma, i risultati si sono visti anche già nelle ultime gare della passata stagione. Dal canto loro, le Dallara-Cadillac si sono dimostrate più costanti sul ritmo gara: occhi puntati sul team Wayne Taylor Racing dove, oltre a Jordan Taylor e Van der Zande, ci saranno Fernando Alonso e Kobayashi.

Da non sottovalutare anche il Whelen Engineering Racing, con l’equipaggio formato da Nasr-Derani-Curran, e il Mustang Sampling Racing con Barbosa-Conway-Albuquerque-Fittipaldi; da tenere d’occhio Agustin Canapino (Juncos Racing) che ha impressionato nella prima presa di contatto con i DPi. Leggermente più distante le Oreca-Acura, del team Penske, che non hanno brillato particolarmente nei Roar Before, forse anche per pretattica, ma che presentano piloti di prim’ordine come lo specialista Ricky Taylor e i formalisti Montoya, Pagenaud, Castroneves e Alexander Rossi. Tutta da decifrare la Ligier-Nissan del Core Autosport arrivata in extremis nei test e pilotata, fra gli altri, da Loic Duval.

I DPi saranno mediamente più veloci di due secondi e mezzo per via del minor peso complessivo, abbinato ad un maggiore serbatoio, inoltre i nuovi pneumatici Michelin assicurano una performance superiore ai vecchi Continental.

LMP2 (4 auto). Davvero risicato lo schieramento che risponde alle normative ACO, quest’anno classe a sè stante, e volutamente penalizzato con vetture più lente e pesanti. Come prevedibile il risultato è un parco partenti di soli quattro vetture, tutte Oreca, a fare la parte del leone il team DragonSpeed con due vetture affidate, fra gli altri, a Pastor Maldonado, Saavedra, Hanley e Nicolas Lapierre.

GTLM (9 auto). Mai come in questo caso vale il motto "pochi ma buoni": tutti i costruttori impegnati avranno due vetture, fatta eccezione per la Ferrari, gestita dal team di Giuseppe Risi, e con al volante Rigon e Molina e i due Campioni del Mondo Pier Guidi e Calado. A segnare il miglior tempo è stato Jan Magnussen con la Corvette C7R (la GT più vecchia del lotto), ma mai come in questo caso nulla è scontato, perché il BoP (Balance of Performance) può sovvertire ogni gerarchia in qualsiasi momento prima del via.

Porsche e Ford si sono alternate ai vertici della classifica nei primi due giorni di test, mentre nell’ultima giornata si sono focalizzati sul ritmo gara. A pagare per ora è stata la BMW sempre un po’ distante dalle altre, ma che vanta una guest star d’eccezione: Alex Zanardi che ha catalizzato l’attenzione di tutti addirittura prima di scendere in pista; guai al visto del passaporto hanno bloccato Tom Blomqvist che verrà sostituito da Augusto Farfus.

GTD (23 auto). È la classe col parco partenti più numeroso, e addirittura otto costruttori, con i primi 36 piloti racchiusi in un solo secondo! Anche in questa divisione si è giocato a nascondino per evitare un BoP sfavorevole in gara; a svettare l’equipaggio tutto al femminile Legge-Beatriz-De Silvestro-Nielsen su Acura NSX sviluppata dall’italiana Jas Motorpsort. Ma dietro ci sono tutti gli altri a cominciare dal plotone di Lamborghini, vincitrice della passata edizione, che quest’anno si presenta a Daytona con le Huracan Evo e i nostri Caldarelli, Bortolotti, Babini e Altoè.

Tre le Ferrari 488 GT3: Spirit Of Race, Scuderia Corsa e, la novità, Via Italia Racing; presente anche la nuova Porsche 911 GT3R che, con Matteo Cairoli, ha segnato ottimi tempi; da non sottovalutare le Lexus ora decisamente più competitive. Fondamentale in questa categoria la gestione delle gomme Michelin contingentare a 25 set per l’intera 24 Ore.

ENTRY LIST

START sabato 26 ORE 20:35 italiane

Michele Montesano