Gian Carlo Minardi, con l'aiuto dei fratelli Giuseppe e Nando, ha messo su per la terza volta una manifestazione che sa cogliere la passione dei tifosi grazie a quel contatto che nel contemporaneo è impossibile. Grande presenza di pubblico multietnico ad Imola. Le lingue parlate nei box e tra i tifosi erano tante, ma su tutte è spiccata quella della passione. Ai nostri microfoni Minardi ha espresso la sua volontà di proseguire con questa iniziativa: "Vorremmo che diventasse un appuntamento fisso per il motorsport. Il passato va ricordato, è indispensabile per avere un presente ed un futuro eccezionale". In occasione dell'Historic Minardi Day c'è stato anche il Trofeo Bandini, che ha visto la premiazione di Valterri Bottas.

Il pilota finlandese non è stato l'unico pilota per la Mercedes. Ad Imola, infatti, è sceso in pista anche l'Ing. Aldo Costa. Il parmense, adesso alla corte della stella d'argento, ha impreziosito la due giorni con la sua presenza attiva. Costa ha percorso qualche giro di pista con la Mercedes W04 che ha partecipato al campionato mondiale di Formula 1 nel 2013, l'ultima monoposto aspirata che ha deliziato i tanti appassionati accorsi. "Una giornata dalla emozioni incredibili", così ci ha descritto la sua partecipazione all'Historic Minardi Day. "Tanta passione, tanto cuore e tanta gente che ama le corse. Essere qui per noi della Mercedes è veramente un momento molto emozionante. Lo è stato ieri quando abbiamo portato una macchina con Valterri da Faenza a Brisighella, lo è stato per tutti i ragazzi. Molto, molto contento di essere qui, dunque", queste le parole dell'Ing. Aldo Costa, che ha proseguito spiegando come sia una bellissima iniziativa a sottolineare la Motor Valley italiana.

Tra i box abbiamo incontrato tanti personaggi che hanno scritto la storia della Formula 1. Molti senza casco, come Luca Badoer, che ha si è detto contento di essere presente per festeggiare Minardi e la passione; ed anche Emanuele Pirro: "Un appuntamento, quasi una tradizione, tanti amici, tanta passione. Spero che continui perché è un bel modo di rivivere la nostra storia." Queste invece le parole di Matteo Bobbi: "E' bello venire a trovare Gian Carlo, sono molto legato a lui ed alla sua famiglia da tanta anni. Una bella occasione per rivedere lui e tanti amici". L'ex pilota ha ricordato come ci sia un ritorno di passione nei confronti della Formula 1 ed occasioni come l'Historic Minardi Day ed il Motor Legend sono un segnale valido.

Ad Imola c'è stata grande presenza della Ferrari, con numerosi esemplari che hanno fatto la storia. Grande ospite nei box Ivan Capelli: "Dobbiamo dire grazie a Gian Carlo perché ha fatto tanto per la Formula 1 e per gli italiani. Sono tanti i piloti italiani che lui ha messo su una macchina e quindi merita questa giornata in suo nome con tutti questi appassionati." Gabriele Tarquini ai nostri microfoni ha definito Gian Carlo Minardi "un pezzo di storia, uno di quelli che ha sfidato i colossi della Formula 1 ed hanno scritto delle pagine di storia importanti in F1". Il Cinghio ha poi proseguito: "Gian Carlo ha avuto il privilegio, la voglia di far debuttare tanti piloti italiani. Quindi se c'erano tanti piloti italiani in F1 è anche grazie a lui". E' accorso alla manifestazione anche Riccardo Patrese, che si è prestato alle foto di rito con tutti i partecipanti e gli appassionati. "Un bell'appuntamento che c'è da qualche anno. E' molto bello ritrovarsi per condividere quello che è stato, sia per il passato agonistico e soprattutto per le relazioni che si sono instaurate tantissimo tempo fa che magari erano coltivate per il puro ambito della prestazione competitiva e che invece oggi sono legate a fattori più umani" - queste le parole di Paolo Barilla.

Terza edizione e terzo successo per l'Historic Minardi Day ad Imola. Bella iniziativa che avvicina il pubblico al motorspot. Tante le famiglie presenti e tanti bambini ad ammirare i bolidi di un tempo, ma anche tanti adulti tornati per un paio di giorni bambini ad ammirare i propri idoli. Seguite Circus lunedì sera per ascoltare le interviste di questa due giorni.

Fabrizio Crescenzi