Ormai la Formula 1 è sempre più proiettata verso il fatidico “anno zero”, vale a dire il 2021: data in cui nulla sarà come prima. L’obiettivo, più volte dichiarato da FIA e Liberty Media, è quello di semplificare e standardizzare il più possibile i componenti delle monoposto. Così facendo si spera di abbassare i costi, attrarre altri team e costruttori, ma soprattutto ricompattare la forbice di performance fra i Top-team e quelli di centro e bassa classifica.

Si stanno muovendo i primi passi in ottica futura, ma non tutto sta andando come previsto: sono molti i punti difficili da digerire per alcuni team e fornitori esterni; tant’è vero che il regolamento definitivo sta inesorabilmente slittando. Ciò può rivelarsi un bel problema considerando che a breve i tecnici inizieranno la prima fase di studio per le monoposto targate 2021.

Simbolo del disaccordo (per non dire caos) che sta vivendo la massima serie a quattro ruote è il bando in merito alla mono-fornitura sull’impianto frenante: voci dal paddock dicono che la Brembo avrebbe vinto entrambe le gare d’appalto. L’azienda italiana, leader nel settore, dovrebbe essere la fornitrice unica sia per quanto concerne i materiali d’attrito (dischi e pastiglie freno), che per quanto riguarda il sistema frenante (composto da pompe, pinze, cilindri e il sistema Brake-By-Wire). Ma finora l’ufficialità ancora non c’è: infatti la data del 14 giugno, giorno in cui la FIA avrebbe annunciato il vincitore del bando, è passata abbondantemente. Lo scoglio da dover affrontare è lo spostamento dell’approvazione finale del regolamento tecnico della stagione 2021 che è slittato a fine settembre. Come se non bastasse uno dei punti di disaccordo fra team e federazione è la standardizzazione di alcuni componenti, con quest'ultima che ha già bocciato la proposta di fornitore unico per quanto concerne la trasmissione. Resta di fatto che uno dei campi di massima ricerca quali i freni rischi di perdere numerosi competitors d’eccellenza come AP Racing, Carbone Industrie e Akebono.

Discorso diverso per gli pneumatici a spalla ribassata che faranno il loro debutto ufficiale fra due anni: oltre a stravolgere l’aspetto delle Formula 1 saranno moltissime le modifiche che gli ingegneri dovranno apportare alle monoposto per far funzionare correttamente le ruote da 18”. Proprio per questo, e per evitare “furbate” che aggirino il regolamento e le pressioni indicate dal mono-fornitore Pirelli, la FIA ha deciso di dotare tutte le monoposto di un sensore unico che misuri la corretta pressione e temperatura di cerchione e aria all’interno dello pneumatico. L’obiettivo è quello di rendere i dati univoci e le misurazioni immediate e prive di errori (così come avviene da diverse stagioni con il flussometro), il tutto per una questione sia di sicurezza in pista che di legalità. Il bando dalla durata triennale scadrà il 30 agosto, mentre la FIA, dopo aver messo al vaglio tutte le candidature, dichiarerà il vincitore il 4 ottobre. Il primo prototipo verrà consegnato alla Pirelli entro il 15 novembre, in modo da essere utilizzato già dai primi test, mentre i team riceveranno i sensori direttamente l’anno prossimo.

Indubbiamente in questo caso, così come in tutti gli altri casi in cui servono strumenti per monitorare il corretto funzionamento delle vetture e la legalità dei team, ben venga il monofornitore. Ma per tutto il resto la Formula 1 è nata come massima espressione dell’automobilismo ed esasperazione di ogni suo singolo componente, sarebbe un peccato se tutto ciò svanisse in nome dello spettacolo che ormai sembra sempre più una leggenda che un reale obiettivo da raggiungere.

Michele Montesano