È una vera e propria W10 in versione B quella portata dalla Mercedes nella seconda sessione di test sul tracciato del Montmelò. Il team anglo-tedesco, dopo un’approfondita raccolta dati nella prima quattro giorni, ha portato una monoposto rivoluzionata sotto molti punti di vista: in Mercedes parlano addirittura di più di 1000 componenti riviste!

Ma andiamo a fare un’analisi più nello specifico.

Partiamo dall’anteriore: l’alettone, seppur mantenendo la forma di prima, è stato modificato nella paratia verticale, che presenta un forma svergolata verso l’esterno, per dirigere il flusso al di fuori degli pneumatici anteriori creando l’outwash. Inoltre sullo spigolo superiore presenta un taglio (in stile Williams) per far evacuare l’aria (freccia verde) spostata dagli upper flap, ora con un’inclinazione leggermente diversa (freccia azzurra) e simile a quelli visti in Renault. Diverso il musetto, che ora presenta una forma ogivale più bombata (freccia gialla) per cercare di evitare il bloccaggio in punta e raccordare meglio l’aria nel suo primo punto di attacco sulla monoposto. Leggermente modificate, per meglio raccordarsi al muso, le zanne (freccia rossa) per incrementare l’aria che s’incanala nel sotto-vettura.

Vicino all’uscita dell’S-Duct si possono vedere due “orecchie” (riquadro giallo), che hanno il compito di indirizzare il flusso verso la zona centrale della monoposto e aumentare l’effetto downwash.

La zona dei bargeboard è stata completamente rivoluzionata: iniziamo dai lati dell’abitacolo, dove sono presenti diversi deviatori a freccia (frecce rosse), con l’obiettivo di spostare aria al di sotto del fondo piatto. Questi lavorano in stretta sinergia con i nuovi bargeboard, che nella parte superiore presentano diversi elementi orizzontali a freccia per dividere il flusso fra l’ingresso delle pance e il fondo vettura, coadiuvati dalla parte terminale seghettata per energizzare il flusso.

Rivisto anche il profilo superiore dell’Halo: ora presenta due “corone” per pulire aerodinamicamente la zona antistante l’airbox, aumentando la capacità di portata d’aria.

Rivoluzionato il fondo piatto, con diversi slot a binario e soffiature oblique al quale sono state aggiunte sei “creste”, o derive (frecce verdi), in stile Ferrari per espellere aria al di fuori della sagoma della vettura, migliorando l’effetto sigillo del fondo piatto stesso.

Modifiche importanti anche al cofano motore, che ora si presenta come una seconda pelle. Per quanto copra la meccanica interna, la forma è molto simile a quella Red Bull, con la parte iniziale alta che si schiaccia subito, oltre a presentare una vistosa inclinazione per accelerare l’aria verso il diffusore (in rosso), per poi rigonfiarsi in prossimità degli scarichi.

Ultima novità (per ora) la nuova Deck-Wing: si presenta con due profili (freccia azzurra), in stile Ferrari, per ripulire la zona del retrotreno e lavorare in sinergia con l’alettone posteriore.

È importante sottolineare che una mole così importante di evoluzioni siano state pianificate già da tempo e non studiate, progettate e costruite in meno di una settimana.

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano