Viste le condizioni meteo poco clementi che hanno caratterizzato la sessione di prove, si è iniziato parlando delle coperture da bagnato (intermedie e wet): stando alle rilevazioni effettuate fino ad ora, il crossover (in parole molto povere la differenza percentuale tra i tempi migliori per tipi di gomma) tra le intermedie e le slick è simile al valore rilevato durante la passata stagione, mentre (parlando sempre in termini comparativi) si è notato un aumento tra le wet e le intermedie, anche se in Pirelli si riservano di elaborare ulteriormente il dato.

Infatti, ha sottolineato Isola (e lo farà spesso durante l’incontro), la recente riasfaltatura dell’impianto spagnolo ha fatto sì che la superficie del circuito sia molto differente rispetto a quella precedente (si parla di una sede stradale tre volte più liscia) e che i livelli di grip siano buoni in condizioni di asciutto, ma non altrettanto con l’umido: si tratta comunque di qualcosa di normale, visto che l'asfalto è nuovo e ha bisogno di essere "rodato". Alla luce di questo, Isola ha aggiunto che per le coperture da bagnato sono state provate mescole dure e morbide e, in base all'elaborazione dei dati, si deciderà quale mescola impiegare per la gara spagnola (inizialmente si pensava di utilizzare il compound più duro).

Per quanto riguarda le gomme slick, il tecnico italiano ha detto di non avere molte informazioni: la maggioranza delle scuderie ha utilizzato mescole medie e soft, dato che il piano di lavoro prevedeva in maggior parte test aerodinamici e/o su nuove parti della vettura piuttosto che prove focalizzate sul comportamento delle gomme. In Pirelli, comunque, per la prossima sessione di test si aspettano un meteo e temperature più clementi, oltre a prove mirate verso simulazioni di qualifica e gara, con comparazioni di differenze cronometriche sul giro tra una mescola e l'altra.

I dati rilevati da questi test sono preziosi per la Pirelli: l'8 Marzo scadono i termini per decidere quali mescole portare nelle gare in Spagna e in Canada. Tale decisione si basa sul responso di un software di nuova concezione in grado di simulare quali combinazioni di mescole nella gamma dia il maggior numero di strategie possibili: Pirelli vorrebbe che ogni gara fosse basata su strategie con almeno due pit-stop. Il programma ha solo bisogno di essere nutrito con dati e risultanze dalla pista, per dare indicazioni accurate. Nota a margine: le Super Hard vengono considerate come mescola di backup.

Isola ha poi proseguito sempre a riguardo dei dati: le prove comparative ad Abu Dhabi sono state molto utili per le scuderie, dato che le condizioni in cui si sono svolte erano le stesse del Gran Premio e quindi si è potuto avere un primo assaggio delle differenze tra gli pneumatici con struttura 2017 e quelli con struttura 2018. In ogni caso servono più dati e il meteo avverso di Barcellona non ha aiutato: sarebbe quindi stato meglio fare le prove su qualche altro tracciato? Secondo Isola una sessione ad esempio in Bahrain sarebbe stata più rilevante, ma Barcellona è un’opzione logistica migliore per tutte le scuderie e lo scorso anno era andata bene, anche se poi era stato necessario effettuare prove bagnate allagando artificialmente i circuiti.

Le indicazioni fanno pensare che nella prossima sessione di test i cronometri si possano fermare sul minuto e diciannove secondi (miglior tempo in assoluto sul tracciato spagnolo nel 2017) e che in gara, con la temperatura dell’ambiente e dell’asfalto più elevata, è lecito aspettarsi tempi intorno al minuto e diciassette anche se, prosegue, sarà difficile capire quanto sarà il contributo della componente vettura, pneumatico e asfalto nel miglioramento della prestazione.

Infine, Isola ha dichiarato che le prescrizioni sulle pressioni degli pneumatici saranno le stesse della passata stagione: FIA, scuderie e Pirelli conoscono la procedura e l’incremento prestazionale medio delle vetture è bilanciato dal miglioramento della costruzione degli pneumatici.

Luca Colombo