Come giudica questa due giorni di Test?
“Abbiamo effettuato un test nella norma dove non abbiamo riscontrato particolari problemi, mettendo a disposizione l’intera gamma di pneumatici ai team in base a quelli utilizzati nei precedenti test di Barcellona. Molte scuderie hanno portato anche nuove soluzioni aerodinamiche, addirittura rivolte al prossimo anno, registrando ottime indicazioni sia per loro che per il nostro lavoro.”

Oltre all’utilizzo di una specifica monoposto per l’intera giornata di test messa a disposizione dalla Toro Rosso, in Pirelli hanno fornito ad ogni team due set di gomme Soft, per sviluppare un nuovo tipo di costruzione, che ovviamente non sono la versione definitiva per il prossimo anno, ma una buona base di partenza per il prossimo test.

Continua Isola: “Abbiamo approfittato delle 10 monoposto contemporaneamente in pista per ottenere delle indicazioni, o almeno una precisa direzione, da seguire per la prossima stagione.
L’ultimo test sarà al Paul Ricard nei giorni 19-20 settembre con Ferrari e Mercedes e subito dopo, verso l’inizio di ottobre, delibereremo le costruzioni per definire i piani del 2019 per poi provarle definitivamente nei test post GP di Abu Dhabi, ottenendo le ultime indicazioni e iniziare così la produzione.”

E per quanto concerne gli pneumatici cosa vedremo da qui a fine anno?
“Per quanto riguarda gli pneumatici attualmente utilizzati, non abbiamo riscontrato problemi sia nella prima giornata di prove, in cui è piovuto, che la mattina del secondo giorno, in cui il tracciato era sporco, così come nel weekend di gara, dove non si è palesato il fenomeno del blistering anche con le SuperSoft nonostante i livelli di abrasione e di layout della pista. Nella prima giornata di test ci siamo avvalsi della Toro Rosso guidata da Gelael ma, nonostante l’incidente, la monoposto è stata subito riparata per la seconda giornata in cui si sono alternati Hartley e Gasly, che hanno macinato chilometri per ultimare tutta la tabella di marcia. L’utilizzo della Toro Rosso è stato incentrato sulla nuova tipologia di costruzione e, con l’ausilio di tre monoposto, al Paul Ricard ci concentreremo su un lavoro differenziato per studiarle a fondo. Con i test di questi due giorni abbiamo avuto la conferma da parte dei team della bontà del prodotto facendo registrare una costanza di rendimento nell’arco di ogni stint, oltre a percorrere numerose tornate.”

Come saranno gli pneumatici del 2019?
“Per i nuovi prototipi abbiamo utilizzato differenti materiali, geometrie e regolazioni: i test alla cieca servono per capire il target da raggiungere per l’anno prossimo per la distribuzione delle pressione e temperatura, la flessione della spalla sperando di ottenere maggiori indicazioni nel test del Paul Ricard. Per l’anno prossimo stiamo pensando di ridurre la gamma delle mescole da portare in pista: già la SuperHard è superflua, l’idea è di ridurre le mescole ma distanziare le performance fra di loro, all’incirca di un secondo al giro fra un compound e l’altro, ma anche incrementare il numero di pit stop o di strategie differenti grazie ai diversi indici di degrado. In gran parte delle gare disputate fino ad ora, la maggior parte delle strategie era di un solo pit, con quasi tutti i team che hanno utilizzato le medesime mescole. Abbiamo preso spunto dalla strategia differente di Raikkonen nel GP d’Ungheria appena trascorso, con due soste e del tutto equivalente a quella di un solo stop degli altri in termine di velocità: questa è la linea guida che vorremmo attuare per l’anno prossimo, poi spetterà ai team decidere se effettuare una strategia conservativa o prendere dei rischi. Sempre in questo GP sono state utilizzate tutte e tre le mescole portate, questo è l’obiettivo per il prossimo anno: cercare di creare diverse tipologie di gara e strategie.”

Come cambieranno gli pneumatici con l’aerodinamica leggermente rivista delle monoposto?
“Con le nuove monoposto anche i parametri di funzionamento degli pneumatici subiranno dei cambiamenti. Per l’anno prossimo porteremo solo tre tipologie di pneumatici nominate Hard, Medium e Soft, in modo da essere distinguibili nel nome. Sceglieremo dei colori differenti fra di loro sia per facilitare il compito dei giornalisti, ma soprattutto per il pubblico in circuito e in tv. Ma ogni mescola sarà suddivisa in sottocategorie ampliando il range del compound a seconda della tipologia del circuito (ad esempio la Soft utilizzata a Monaco sarà similare all’attuale Hypersoft); il compound verrà chiamato con un numero o una lettera, ad esempio si utilizzerà la mescola Soft con compound 3 o C. Si semplificherà la comprensione per gli spettatori: parlando sempre di Soft, Medium e Hard; ovviamente i più esperti lettori o spettatori vorranno informarsi sul compound utilizzato di volta in volta. Molto probabilmente nei test pre-stagionali porteremo in pista tutte le mescole e compound. La nostra linea comunque è sempre quella di mantenerci allineati con i costi e nei tempi di studio e produzione per trovarci pronti per l’inizio del 2019.”

Si sta parlando del ritorno della libera competizione dei fornitori di pneumatici in Formula 1: cosa ne pensa?
“Abbiamo dimostrato in questi anni di essere in grado di produrre pneumatici performanti che rispettano nel pieno le condizioni di sicurezza. Fino al 2023 non si parlerà della competizione fra gommisti, ma la tendenza della FIA è di mantenere un unico fornitore, perché ciò significa più sessioni di test. Non dimentichiamoci che anni fa i team avevano i loro test, con conseguente aumento di costi e se si punta sulla riduzione dei costi non è la direzione giusta da prendere. Nel caso dovesse ritornare la guerra fra gommisti ci saranno nuovi target da mantenere: si dovrà cercare di incrementare le performance con conseguente ricerca e aumento dei costi; ora il target fondamentale è la sicurezza, assolutamente al primo posto.”

Da Budapest – Michele Montesano