Per gli uomini ex Force India quest’inverno, dopo diversi anni, è stato sicuramente meno tribolato: il nuovo team Racing Point, con la cordata guidata da Lawrence Stroll, poggia su basi economiche sicuramente più solide. Per quanto concerne la vettura, la RP19 si presenta come una naturale evoluzione dell’ultima Force India, con alcune soluzioni interessanti che tendono a seguire le mode attuali. L’obiettivo è quello di portare più step evolutivi nel corso delle prime gare in modo da trovarsi più competitivi per la stagione europea. Andiamo a vedere le novità nello specifico.

Si parte dall’anteriore dove troneggia il musetto che è diventato marchio di fabbrica del team di Silverstone: con il bulbo centrale a dividere i due canali che alimentano l’S-Duct, con i due piloni che si estendono in lunghezza per indirizzare l’aria verso il sotto-vettura. L’ala presenta una forma molto sinuosa ed elaborata: il mainplane a sbalzo (freccia rossa), di scuola Mercedes, cerca di indirizzare il flusso e, al contempo, di generare carico aerodinamico. I profili superiori al centro presentano una forma a ricciolo (freccia gialla), per cercare di gestire i vortici Y250, mentre verso l’esterno si abbassano (freccia verde), come quelli Ferrari, per cercare di espellere l’aria al di fuori degli pneumatici anteriori; dimostrazione ne è la paratia verticale che, nella parte finale, è svergolata verso l’esterno e lascia spazio libero all’ultimo flap.

I turning vanes sono classici, con la parte terminale dotata di frange per preparare l’aria diretta verso i bargeboard, energizzandola e neutralizzando le turbolenze degli pneumatici. Più ardita è la soluzione della sospensione anteriore che, benché mantenga lo schema push-rod, presenta un braccio superiore dotato di un’evoluzione del Pivot (ingrandimento e freccia azzurra) in modo da renderlo quasi orizzontale, così da ottenere una migliore pulizia aerodinamica. Sono orizzontali anche i bracci inferiori, con il tirante dello sterzo a filo di quest’ultimi; il puntone del terzo elemento si trova precesimante sulla mezzeria (chissà se anche nel team a matrice Canadese vedremo il bracket in questo punto?). Generose le prese dei freni (vedi ingrandimento), per cercare una migliore refrigerazione dell’impianto; molto probabilmente si è cercato di ricreare un effetto simile ai mozzi forati interagendo con i cerchi.

I bargeboard si presentano molto intricati: sono un'evoluzione della passata stagione, con la prima parte direttamente ancorata alla scocca (freccia verde); a scendere presentano diverse seghettature (freccia rossa) per rinvigorire il flusso d'aria, evitando così il ristagno in questa zona, in modo da spingere quanta più aria possibile sul fondo piatto e verso le pance. Si trova nella medesima direzione la piccola pinna svergolata (freccia azzurra), che indirizza il flusso verso il sotto-vettura interagendo con le derive poste sotto l’ingresso delle pance laterali.

I deflettori presentano una forma più semplice con i componenti verticali esterni (freccia rossa) che hanno il compito di schermare la zona centrale dalle turbolenze provenenti dagli pneumatici anteriori; mentre il deviatore più interno (freccia gialla), che si ancora direttamente al cono anti-intrusione, serve a mantenere la vena fluida attaccata alle fiancate. Sopra la bocca delle pance laterali, di scuola Ferrari, si vede un flap a tutta lunghezza (freccia arancione) con una piccola deriva finale, che serve a pettinare i flussi nella zona superiore; su questo elemento, per mezzo di due supporti classici, sono fissati gli specchietti retrovisori: soluzione molto semplice se confrontata con le altre monoposto del Circus.

L’airscope (freccia viola) presenta una forma ogivale, simile alla Mercedes, con al suo interno le varie divisioni per alimentare le componenti della Power Unit. Le pance laterali, che scendono lentamente (linee azzurre), sono più grandi: inizialmente si è cercato di mantenere un profilo abbondante per evitare problemi di surriscaldamento e lo si può notare dallo spazio generoso del cofano in corrispondenza delle sospensioni posteriori (freccia rossa).

Il fondo piatto presenta il classico slot all’inizio delle fiancate per poi continuare con i binari; durante la prima fase dei test sono state aggiunte le “creste” (frecce verdi), di scuola Ferrari, abbinate all’archetto finale davanti gli pneumatici (cerchio arancio), per meglio gestire l’effetto sigillo del fondo piatto e ridurre il fenomeno del tyre squirt.

Classico schema sospensivo pull-rod con un bracket mediamente accentuato (cerchio giallo), per aumentare l’efficienza dell’estrattore, mentre all’interno del mozzo sono presenti delle frange per ridurre le turbolenze (cerchio giallo): queste interagiscono con i cerchioni dotati di lamelle (freccia rossa), che hanno il compito di migliorare l’estrazione dell’aria calda dell’impianto frenante. La pinna del cofano termina con una Deck-Wing (freccia verde) che lavora in sinergia con l’alettone posteriore; la Racing Point RP 19 è l’unica monoposto che adotta la soluzione del monopilone agganciato sulla struttura del cambio con l’anello che circonda lo scarico (freccia gialla).

Gli endplate dell’alettone posteriore presentano le classiche frange, sia a mezzeria (freccia verde) che in basso (freccia gialla), per meglio gestire le turbolenze nocive generate dal rotolamento degli pneumatici posteriori.

(Foto: @AlbertFabrega; @RacingPointF1)

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano