I team che hanno già portato a termine con successo i crash test per le vetture 2016 (Ferrari, Haas, Renault, McLaren, Manor e Force India finora confermate) possono davvero tirare un sospiro di sollievo. Motivo? Il cambio delle normative riguardanti l'area di protezione intorno alla testa del pilota che, rispetto allo scorso anno, è stata innalzata di 20 mm, ovviamente per cercare di proteggere sempre di più tale zona. Ma se ad occhio nudo la differenza sarà quasi impercettibile, per i progettisti questa modifica ha portato non pochi grattacapi, soprattutto per la necessità di dover trovare un giusto compromesso tra resistenza del cockpit e prestazioni aerodinamiche.

 

A spiegarlo è stato Paddy Lowe, direttore esecutivo della Mercedes: "Si tratta di un aumento molto significativo. Parliamo di cinque tonnellate di carico che il telaio deve assorbire lateralmente, in modo da aumentare in maniera significativa la protezione per i piloti che dovessero essere colpiti da detriti o da una vettura proprio in quella zona del cockpit. E' stato un grande lavoro per gli ingegneri che si occupano della progettazione del telaio, perché si tratta di un aumento molto significativo del carico".

Sempre sul fronte protezione degli abitacoli, vi è da registrare anche la riunione tra team e Federazione, in cui quest'ultima dovrà presentare la soluzione (tra quelle proposte negli scorsi mesi) sulla quale continuare gli studi, con il sistema proposto dalla Mercedes (denominato Halo) da diverse parti considerato il più vantaggioso, anche se non privo di alcuni problemi dovuti più che altro alla visibilità su alcune tipologie di percorso (Spa su tutte). In ogni caso la Federazione presenterà i risultati dei test svolti, con l'obiettivo di introdurre la soluzione già dal prossimo anno, anche dopo le recenti pressioni della GPDA per bocca del suo presidente Alex Wurz.

Occorre comunque sottolineare che un dispositivo del genere, per via della dinamica dell'incidente, non avrebbe salvato la vita del povero Jules Bianchi, ma sicuramente sarebbe potuto risultare decisivo nei tragici incidenti di Justin Wilson (IndyCar) ed Henry Surtees (Formula 2): la via intrapresa dalla Federazione è pertanto sicuramente quella giusta (per una volta...), in barba a agli esteti contrari a questa cosiddetta "snaturazione" dell'abitacolo delle monoposto.

Vincenzo Buonpane

 

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