E' bastato mettere al centro della domenica della Formula 1 un bambino in lacrime per non far parlare d'altro su giornali, web e tv. Tomàs, il bambino francese in pista con i genitori è diventato la "vera" notizia del Gran Premio, passando dallo sconforto più amaro alla meraviglia più inaspettata a fianco del suo idolo. Dopo l'episodio - bellissimo - come al solito si è riusciti a spolpare fino all'osso quella che era nata come una meravigliosa storia di vita che abbraccia lo sport, di un sogno diventato realtà. Un episodio genuino, e casuale, capitato durante una gara che di ulteriori spunti non aveva bisogno, essendo stata peraltro già divertente, avvincente e spettacolare. 

L'idea di tutta l'operazione nasce però dall'ufficio stampa della Ferrari che, con merito, gran classe e opportunità ha scelto di non calcare la mano sulla paternità dell'idea, limitandosi a contattare la FOM (alla cui guida della comunicazione si è appena insediato Luca Colajanni, ex Ferrari di lunga data) dando l'idea di andare a pescare il bambino in tribuna. Sono stati infatti i ragazzi che si occupano dei canali social della Ferrari a raccogliere l'umore del web e ad inventarsi la storia della domenica; un'intuizione geniale e immediata che, proprio come le idee migliori, trova nella semplicità la sua forza. E una meravigliosa mossa di comunicazione che ha raccolto un plauso quantomai trasversale.  

Questo episodio è stato la punta dell'iceberg di una serie di piccole ma significative innovazioni che Liberty Media ha introdotto proprio a partire dalla prima gara europea per coinvolgere e avvicinare i fan all'azione in pista. C'era più movimento infatti nel paddock, più gente e più curiosi. Una Fanzone area più ampia e vivace si è animata di robot che sembravano usciti da un film; un nuovo paddock della Formula 2 e della GP3 ha debuttato proprio lo scorso weekend, più strutturato, più articolato e con zone vip dedicate e catering di livello. Con una trovata figlia del vero stile yankee sono apparse ragazze con fucili spara magliette verso le tribune, e gli stessi piloti hanno risposto alle domande al termine della qualifica alla luce del sole sotto la tribuna principale, con i fans a un passo. Persino lo stesso Alonso, qualificatosi settimo, ha potuto ricevere l'ovazione che merita. Solo per i più fortunati ospiti dell'esclusivo Paddock Club era a disposizione una vettura biposto di derivazione F1 per un giro di pista da brividi; mentre ogni mattina, per i primi 50 fortunati possessori del biglietto a presentarsi ai cancelli dell'autodromo veniva regalato l'accesso al paddock della Formula 2. Ad un prezzo popolare (solo 99 euro per l'intero weekend) è stata inoltre destinata una tribuna in curva 2, che è stata presa d'assalto da fans di tutte le nazionalità. Idee da copiare e replicare soprattutto nei circuiti europei, dove il pubblico e la tradizione per il motorsport sono più forti, e dove proprio negli ultimi anni abbiamo assistito a tribune vuote e disaffezione da parte degli appassionati.  

Piccoli esempi di un mondo che cambia. A piccoli passi, ma costantemente. 

Stefano De Nicolo' @stefanodenicolo

 

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