Il Gran Premio appena svoltosi a Budapest ha segnato il giro di boa per la più lunga stagione di Formula 1: 11 le tappe percorse, 10 quelle rimanenti. Agli annali rimarrà la solita gara ai limiti della perfezione condotta dal "Re Nero" Lewis Hamilton. Il campione del mondo in carica è scattato dalla seconda casella in griglia di partenza, dopo una qualifica al veleno per la questione yellow flag di Nico Rosberg. Al via Lewis, con uno spunto degno del miglior (Carl) Lewis ha infilato Rosberg, colpevole di non essere andato subito ad occupare la traiettoria interna. Da lì in poi la gara in testa è stata quasi monotona. Il 44, anche grazie ad evidenti accordi presi dietro le quinte, ha gestito a proprio piacimento il passo, a tratti sembrando quasi giocare al gatto col topo con i propri inseguitori, alzando ed abbassando i tempi sul giro. Alle spalle di Hamilton ha chiuso proprio il compagno di squadra, con le Mercedes che salgono a quota 378 punti in classifica costruttori, 154 punti di vantaggio sulla Ferrari prima inseguitrice. Il terzo titolo costruttori consecutivo sembra ormai ben avviato sulla strada per Stoccarda.

"Chi gira davanti alla seconda curva rimarrà davanti." Immaginiamo queste siano state le parole di Lauda o Wolff prima della corsa per evitare inconvenienti simil Spielberg o Montmelò. Hamilton ha potuto così trionfare per la quinta volta, la seconda da quando porta i colori della Mercedes, sul circuito dell'Hungaroring staccando una leggenda come Michael Schumacher in questa speciale classifica.

L'inglese, nonostante sia parso in controllo per tutti i 70 giri del Gran Premio, ha però definito questa come una gara non semplice. "Questo non è stato uno dei gran premi più semplici di tutta la mia carriera, però è stato uno di quelli in cui mi sono divertito di più specie per la bella battaglia con Nico e Daniel".

A nulla è servita la pole position ottenuta al sabato da Rosberg. Il tedesco ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte al ritmo forsennato del campione del mondo. Nico ha commentato poi la propria prestazione attribuendo alla partenza la causa principale del mancato successo sul circuito magiaro. "Sì, la gara è stata decisa nei primi secondi. Non ho fatto una brutta partenza, ma è stata leggermente inferiore rispetto a quella di Lewis e Daniel. Dico leggermente perchè dopo l'avvio Ricciardo ha preso la mia scia mentre Lewis è andato all'interno e questo mi ha messo in una situazione complicata. Ho dovuto anche alzare un pò l'acceleratore per evitare il contatto, ma fortunatamente sono riuscito a superare Daniel poco dopo alla seconda curva all'esterno, ma la mia gara è stata persa lì."

I vertici della Mercedes hanno sempre dichiarato che tra i due piloti ci sarà lotta aperta per aggiudicarsi il titolo, ma come si evolveranno ora le cose? È quello che in molti si chiedono. Cerchiamo di farci un idea generale sulla situazione.

Nico Rosberg ha firmato un rinnovo biennale appena prima del GP ungherese. Appena prima significa che era ancora leader del mondiale e con l'obiettivo di allungare in classifica. Piano poi mandato all'aria dal "Re Nero". Un terzo titolo consecutivo portato a casa da Hamilton non renderebbe certamente Rosberg di ottimo umore, ed avere un pilota infelice nel box può essere deleterio. Che fare quindi? Puntare su Nico per questo Mondiale potrebbe essere un' ipotesi, ma solo se il Nico in questione sarà quel cannibale visto nei primi quattro appuntamenti. Quello infallibile, cinico e spietato con gli avversari e non quello visto di recente, che non chiude subito la porta in partenza. Così facendo però si alimenterebbe lo scontento dall'altra parte del box, dove troviamo un tre volte iridato che rivendica i propri diritti in quanto campione in carica.

Insomma a Stoccarda dovranno elaborare un piano a prova di bomba per riuscire a fare contenti tutti. L'idea di lasciare carta bianca ai due piloti, che poi andrebbero a darsi battaglia in pista senza favoritismi, sembrerebbe la più sensata. Sembrerebbe, perchè come abbiamo gia visto i precedenza in due arieti finiscono per incornarsi a vicenda. A volte paga uno, a volte paga l'altro. Altre volte come a Barcellona finiscono fuori entrambi: uno smacco inaccettabile all'immagine cristallina di perfezione del marchio tedesco.

Le risposte come sempre ce le darà "Sua Maestà": la Pista, che tornerà ad emettere le sue, a volte introverse, ma pur sempre ineluttabili sentenze già domenica prossima, quando andrà in scena il GP di casa per Rosberg e per la Mercedes; si correrà infatti ad Hockenheim il Gran Premio di Germania, in quello che sarà certamente un clima infuocato. E non solo dal punto di vista atmosferico.

Alessandro Gazzoni

 

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