Uno-due Ferrari a Singapore, chi se lo aspettava? Nessuno, il sottoscritto in primis. Ma è successo, e su una delle piste meno favorevoli alla SF90 per di più. Se poi aggiungiamo che sul gradino più alto del podio ci è salito Sebastian Vettel il tutto sembra essere surreale. E no, non stiamo parlando di ciò che il GP di Singapore del 2017 ci avrebbe potuto riservare, ma di quello che è accaduto poche ore fa a Marina Bay.

Una corsa che ha dell’incredibile quella odierna, con la prima doppietta Ferrari del 2019 arrivata proprio su un tracciato cittadino dopo le due vittorie di fila ottenute a Spa e Monza. Sebbene questi due successi fossero in qualche modo pronosticabili (ma non del tutto), di sicuro non lo è quello di oggi.

Ciò che infatti è mancato alla Rossa nelle ultime due gare è il ritmo gara, con vittorie arrivate più grazie alla strategia che grazie alla prestazione, oltre che alle ottime doti difensive mostrate da Charles Leclerc, diventato apparentemente il leader della squadra dopo il GP d’Italia.

In realtà la situazione è un po’ diversa, perché “i piloti vanno, ma la Ferrari resta”, ed è con questa frase che può riassumere questa domenica del Cavallino Rampante. Pur comprendendo l’atteggiamento di Leclerc sia durante che dopo la gara, infatti, quella messa in atto oggi dal muretto rosso è stata una strategia impeccabile, volta soltanto al bene della squadra. Se poi a trarne vantaggio sia stato proprio Vettel ben venga, perché il tedesco di una vittoria ne aveva bisogno, non tanto per scrollarsi di dosso le critiche ricevute negli ultimi tempi (anche giuste nella maggior parte dei casi), ma per riacquistare la fiducia persa.

Le lacrime mostrate sul podio (e la bandiera #essereFerrari) sono il segno di quanto il quattro volte campione del mondo sia un ferrarista vero, ancora dedito al team di Maranello nonostante il periodo difficile e nonostante sia consapevole che il futuro della Ferrari sia sempre più nelle mani del suo compagno di squadra.

A questo punto però, con un mondiale che a 6 gare dal termine non può di certo essere riaperto (o quasi), ma che conti alla mano inietta una dose di fiducia agli uomini del Cavallino (che finalmente sembrano aver imboccato la strada giusta, anche se quasi al termine della stagione), per i tifosi è lecito sognare, non per ribaltare un mondiale che sembra indirizzato, ma per sperare nella svolta tanto attesa il prossimo anno, sapendo di poter giocare con due punte in attacco.

Soltanto la pista tuttavia ci dirà se quello di Vettel sia stato solo un acuto o se realmente il tedesco abbia ritrovato sé stesso dopo una gara vinta grazie ad un mix perfetto di bravura e fortuna, quella che a volte aiuta i campioni (ed Hamilton ne sa qualcosa).

Dunque non ci resta che aspettare, ma già dalla prossima settimana avremo altre conferme da Sochi, dove si correrà il GP di Russia.

Carlo Luciani