Quarta pole position consecutiva per Charles Leclerc che ha messo tutti in riga anche in Russia: il monegasco ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto dominando sul tracciato di Sochi. L’ultimo pilota Ferrari a siglare quattro pole consecutivamente è stato un certo Michael Schumacher: un segno del destino? Per ora il popolo rosso si gode la sua nuova stella sperando in un 2020 da vivere tutto in attacco. Ancora una volta sfortunato Sebastian Vettel che, nel suo ultimo tentativo, è stato autore di una sbavatura constatatagli la seconda posizione per soli ventitré millesimi in favore di Lewis Hamilton.

Il risultato della giornata del sabato sembrava quasi scontato, ma gli uomini di Maranello hanno sperato fino in fondo in una doppietta che purtroppo non è arrivata solamente per una manciata di millesimi. Anche se c’è stata la conferma che la SF90 è diventata finalmente competitiva e non solamente sulle piste più veloci. Obiettivo fondamentale era confermarlo su di una pista da medio-alto carico dalle caratteristiche più omogenee e con curve da media percorrenza: ricordiamo che il tracciato russo conta di un primo settore più veloce e gli ultimi due misti. Ancora una volta le Ferrari si sono dimostrate imprendibili sul primo settore (quello dove conta il motore e il minor drag), per poi difendersi egregiamente nei tratti più guidati.

Che Leclerc era in palla lo si è visto fin dalla giornata del venerdì dove il suo stile di guida si è adattato alla perfezione sia alla monoposto che alle caratteristiche del circuito. Mentre per gli uomini della Mercedes la strada sembrava un po’ meno impervia rispetto al weekend di Singapore. Così non è stato, vuoi perché nel box della stella si sono provate soluzioni per il futuro (vedi il terzo elemento della sospensione anteriore non più idraulica), o i piloti non hanno trovato subito il giusto feeling: fatto sta che per la prima volta il feudo Mercedes è sembrato espugnabile (ricordiamo che a Sochi la Mercedes ha sempre la vinto).

Galvanizzato dall’ottima prima posizione ottenuta nelle prove libere di questa mattina, Leclerc ha subito iniziato a martellare fin dal Q1 dove la sua performance è stata mascherata solamente dall’utilizzo della mescola meno performante: il monegasco ha terminato la prima sessione di qualifiche in quinta posizione, unico a montare le gomme Medium e ad aver effettuato un solo tentativo. Cosa che non ha fatto Vettel: il tedesco ha sbagliato nel suo primo tentativo con mescola media, ed è dovuto tornare in pista con il compound più soffice per poter passare la tagliola. Le conseguenze del piccolo errore Vettel se l’è portato anche nel primo tentativo del Q2 dove ha utilizzato le gomme usate.

Ed è proprio nel Q2 che la Ferrari ha differenziato la strategia nei confronti della Mercedes: il team di Maranello ha fatto segnare i suoi migliori crono con gomme Soft mentre le stelle d’argento con il compound medio. Ciò significa che domani vedremo un primo stint tutto all’attacco da parte del team del Cavallino che chiederà ai suoi piloti di pigiare forte sull’acceleratore fin dallo spegnimento dei semafori per prendere il largo. In casa Mercedes confidano su di una prima parte di gara più tranquilla con gomme più lente (circa cinque decimi sul giro) ma in grado di allungare il primo stint.

Nel Q3 c’è stata l’apoteosi del monegasco che ha messo in riga tutti fin dal primo tentativo cronometrato dando distacchi siderali ai suoi avversari a partire da Vettel. Per poi ripetersi nel secondo: emblematica la scena in cui Leclerc, seguendo a distanza ravvicinata Vettel in pitlane, si è sistemato i guanti quasi in stile pugilistico prima di sferrare l’ultimo e decisivo attacco. Charles ha dimostrato, ancora una volta, la sua freddezza e concentrazione nel migliorare ulteriormente il suo giro veloce e, con il piglio del cannibale, non essere ancora soddisfatto: perché a detta sua avrebbe commesso una piccola imperfezione nel terzo settore. Dall’altra parte del box un Vettel che ha commesso ancora un errore nell’ultimo tentativo e, come nel caso di Singapore, si è dovuto accontentare del terzo crono. Il tedesco ha sempre avuto il suo tallone d’Achille nel giro secco ma la sua visione di gara, la partenza dal lato pulito e le gomme più performanti, fanno ben sperare in ottica gara.

La gara di domani sarà la vera cartina tornasole per capire se effettivamente la Ferrari è rinata e potrà essere competitiva, o almeno giocarsela ad armi pari, su tutti i circuiti. Resta il rammarico per gli uomini in rosso di aver capito troppo tardi dove intervenire sulla SF90 per farla diventare competitiva, e per gli appassionati di essersi perso un campionato che sarebbe potuto essere decisamente più scoppiettante e combattuto.

Michele Montesano