La caratteristica principale che contraddistingue questo circuito è la sua collocazione: infatti si trova a ben 2200 metri sul livello del mare, la conseguenza è che l’aria sarà più rarefatta e meno densa. Diventa, così, difficile far raffreddare le power unit, che subiscono un brusco calo di potenza. Per ovviare a ciò si cerca di aumentare gli sfoghi sul cofano allargando la parte terminale; medesimo discorso si può fare anche per i freni che non riescono ad essere sufficientemente raffreddati. Anche per quanto concerne l’aerodinamica la densità gioca un ruolo determinante, per questo, nonostante i due lunghi rettilinei, le ali presentano dei carichi simili a quelli visti sul cittadino di Montecarlo.

Importante la trazione in uscita dalle curve lente dove, oltre al grip aerodinamico, serve anche quello meccanico; da non sottovalutare, in termini di strategie, la corsia box tra le più lunghe del mondiale. Nello specifico andiamo ad analizzare le novità portate in pista dai team. 

Mercedes
A tenere banco è sempre la questione mozzi forati (fori freccia in rosso): la FIA, sotto esplicita domanda della Mercedes, ha demandato il compito al collegio dei commissari presenti in Messico che hanno deliberato l’effettiva legalità di tale soluzione ma solamente per tale evento. All'orizzonte non si intravede una fine a questa diatriba. Sul punto di vista puramente tecnico sono poche le novità: continuano le prove riguarda l’Halo, questa volta con la carenatura vista già a Suzuka (parallelepipedo in giallo) con delle derive che fanno da “schermo” aerodinamico nella sezione centrale della monoposto.


Per quanto riguarda il cofano motore la W09 presenta una conformazione, tutto sommato, chiusa con la parte terminale divisa in due parti (frecce verde e azzurra). Una di questa funge anche da carenatura al braccio della sospensione; inoltre è tornata la ciminiera (cerchio arancio) presente sul dorso del cofano motore dietro l’Airbox per evacuare il calore prodotto dalla power unit. Presenti anche le feritoie dietro l’ancoraggio dell’Halo nella zona dell’abitacolo. (Foto: @AMuS; @AlberFabrega)

Ferrari
Dopo la vittoria americana colta con Kimi Raikkonen, il team di Maranello vuole continuare la sua striscia positiva di vittori anche per dimostrare la superiorità della SF71-H nonostante la Mercedes utilizzi i mozzi forati. Viste le avverse condizioni meteo di Austin il nuovo fondo piatto, dotato di creste, era stato accantonato per qualifiche e gara: infatti la pioggia ha costretto a sollevare gli assetti che hanno inficiato le misurazioni e il confronto in pista. Per questo il fondo dotato di queste derive (cerchi Rossi) all’altezza delle soffiature è stato riportato in Messico solamente sulla monoposto di Vettel (mentre su quella di Raikkonen c’è la versione standard), per cercare di confrontare le due versioni e raccogliere dati sull’efficacia di tale soluzione. Anche la SF71H presenta un cofano con sfoghi generosi, mentre per quanto riguarda l’alettone posteriore le paratie verticali sono quelle semplici senza le frange di derivazione McLaren (freccia gialla). (Foto: @AMuS)

Red Bull

Il team di Milton Keynes sa che in Messico può ben figurare: infatti, vista l’altitudine, le prestazioni delle power unit si avvicineranno e, molto probabilmente, Mercedes e Ferrari avranno difficoltà ad utilizzare le mappature specifiche per la qualifica. Inoltre il telaio della RB14 potrà fare la differenza nel tratto più guidato. Dal punto di vista aerodinamico gli alettoni portati sono da alto carico sia sull’anteriore che sul posteriore, dove il profilo principale presenta un andamento sinuoso con rigonfiamento centrale per cercare di generare carico a sufficienza nei tratti lenti e non inficiare in termini di velocità di punta sui rettilinei, abbinato alla Deck-Wing. La novità più importante è senza dubbio il fondo piatto. Anche sulla monoposto austriaca sono spuntate le “creste” di scuola Ferrari: in questo caso i flap sono due (cerchi verdi), anziché tre, perché tali sono i tagli sul fondo (linee rosse), eccezion fatta per le tre derive finali (cerchio azzurro) che schermano gli pneumatici.

Visto il concetto aerodinamico (rake), molto simile tra Red Bull e Ferrari, ecco spiegata la medesima soluzione adottata per sigillare il fondo piatto e cercare di pulire una zona nevralgica delle moderne Formula 1. Questi componenti sono stati prodotti per mezzo della prototipazione rapida e, dopo l’utilizzo per la raccolta dati, sono stati subito rimossi. Altra novità il cofano motore con sfoghi più ampi e sovrastati da piccoli nolder (freccia gialla) che hanno il compito di velocizzare il flusso in questa zona considerando anche la sua diversa densità (caldo proveniente dalla Power Unit e freddo che lambisce la carrozzeria). (Foto: @AMuS)

Racing Point Force India
Anche l’ex team indiano si è presentato a Città del Messico con un cofano dotato di estremità a megafono (cerchio rosso) per evacuare il calore prodotto dalla Power Unit e cercare, così, di preservarla per gli ultimi GP della stagione. Piccole modifiche anche al fondo piatto: in particolare è stato aggiunto un ulteriore flap orizzontale (cerchio verde) proprio dinnanzi le ruote posteriori per cercare di energizzare il flusso in questa zona della monoposto, regolando l’effetto sigillo e il fenomeno dannoso del tyre squirt. (Foto: @AMuS)

Williams
Lo storico team di Grove ormai sta portando solamente piccoli adattamenti perché, viste le attuali condizioni finanziarie, l’attenzione è tutta focalizzata sulla prossima stagione. Qui in Messico si può notare un cofano dotato di sfoghi finali di dimensioni notevoli di forma ogivale (in verde), con l’estremità dotata di piccoli nolder (freccia gialla) abbinati ad una doppia Deck-Wing (freccia rossa) per cercare di sfruttare i gas caldi in uscita e incrementare il carico aerodinamico sull’asse posteriore. (Foto: @AMuS)

Renault
Stesso discorso per il team di Enstone che si è presentato sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez con la monoposto dotata di un cofano motore di dimensioni generose sulla parte terminale (freccia e disegno rosso), per cercare una migliore estrazione di gas caldi provenienti dal motore. Ovviamente tale conformazione normalmente andrebbe a discapito della penetrazione aerodinamica, ma su questo circuito non è così vista la bassa densità dell’aria. (Foto: @AlbertFabrega)

Toro Rosso
Medesimo discorso sulla monoposto faentina riguardo il cofano motore (cerchio arancione). Degno di nota è l’alettone anteriore: nello specifico le paratie verticali sono dotate di una piccolo flap terminale (cerchio giallo), simile a ciò che ha sviluppato la Renault per cercare di direzionare i flussi verso l’esterno della monoposto oltrepassando gli pneumatici. (Foto: @AMuS)

McLaren
Confermato il nuovo musetto privo di soffiature visto ad Austin,. Sulla monoposto del team di Woking è tornato il cofano motore dotato di ampi sfoghi sormontati dai flap (freccia rossa) per cercare di velocizzare i gas caldi che fuoriescono dal motore e lambiscono l’alettone posteriore che, questa volta, lavora in sinergia con la Deck-Wing (freccia verde). (Foto: @AMuS)

Alfa Romeo Sauber
Anche nei box del team elvetico si è vista una monoposto dotata di ampie feritoie in corrispondenza della coda del cofano (riquadro giallo), abbinato con la Deck-Wing e l’alettone posteriore da alto carico e provvisto di due sostegni. (Foto: @AMuS)

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano