Pierre Gasly oggi ha concluso il GP in Cina al sesto posto, ottenendo il suo miglior risultato stagionale, oltre al punto addizionale per il giro più veloce della gara. Il rendimento del pilota di Rouen nelle prime tre gare del Mondiale lascia però alquanto perplessi, soprattutto se paragonato a quello del team mate Verstappen, terzo nella classifica piloti, e sempre in agguato nelle posizioni da podio. La stagione di Gasly fino ad oggi è stata molto difficile, e la gran gara di Albon potrebbe aver messo una pulce nell’orecchio di Helmut Marko, eminenza grigia del team Red Bull.

Le difficoltà per il francese erano iniziate già nei test di Barcellona, con un botto violento nella sua prima giornata al volante, con conseguente stop forzato di molte ore. Il suo primo GP in Red Bull, poi, a Melbourne fu un vero e proprio calvario. In qualifica, anche a causa di una bandiera gialla esposta nei minuti finali, non riuscì ad effettuare il secondo tentativo nel Q1 (dopo un primo giro comunque non di ottimo livello), e rimase escluso dal resto della sessione, ritrovandosi quindi a partire dalla diciassettesima posizione. In gara, mentre Verstappen artigliava un podio assolutamente insperato alla vigilia, Gasly annaspava nelle posizioni di rincalzo, terminando la gara undicesimo dietro a Daniil Kvyat sulla Toro Rosso, senza essere in grado di portare un vero e proprio attacco su quest’ultimo in più di venti giri.

Nella tappa successiva del Bahrain, ancora problemi in qualifica per Pierre, costretto a partire dalla tredicesima posizione, mentre Max era quinto a ridosso dei top. E’ riuscito comunque a portare a casa i primi punti con un ottavo posto, ma sono da considerare diversi fattori, in primis i ritiri di Sainz e delle due Renault, tutti davanti al francese al momento dello stop. Intanto, solo la Safety Car nel finale ha potuto fermare Verstappen dal prendersi il secondo podio stagionale ai danni di un “azzoppato” Charles Leclerc. Nel weekend cinese, poi Gasly ha fatto il suo compitino: nessun errore, senza dubbio, ma sempre in ritardo e in affanno rispetto al team mate Verstappen. Il giro più veloce ottenuto alla fine della gara con gomme nuove soft è certamente una magra consolazione.

Intendiamoci, Pierre Gasly è tutto tranne che un pilota scarso. Nelle categorie minori ha dimostrato di saper vincere in diverse occasioni, tra cui la GP2 del 2016; nel suo primo anno intero di Formula Uno in Toro Rosso ha surclassato Brendon Hartley, con exploit memorabili come il quarto posto a Sakhir. Certamente, però, il passaggio su una vettura competitiva come la Red Bull sta avendo un impatto più forte del previsto sulle prestazioni del francese. Max Verstappen riesce a trarre il meglio dalla sua RB16 in ogni gara, mentre Gasly fatica, e non poco, anche a fare lo stretto necessario. Il distacco tra i due anche oggi è parso abissale (anche prima dell’ultima sosta si aggirava intorno ai quindici secondi).

Un altro fattore che pesa sulle prestazioni del pilota è l’ambiente che lo circonda, e quello Red Bull è tutto meno che facile, secondo per pressioni forse alla sola Ferrari. Già in passato, Helmut Marko non si è preoccupato di togliere a stagione in corso un suo pilota dalla vettura di Milton Keynes per metterlo sulla Toro Rosso o viceversa, chiedere a Daniil Kvyat per conferma. La presenza al fianco di Gasly di un fenomeno come Max Verstappen, inoltre, certamente non lo aiuta, e anche la gran gara disputata oggi da Alexander Albon ha aperto la porta a qualche dubbio.

Il thailandese, dopo il gran botto delle FP3, che non gli ha permesso di prendere parte alla qualifica, è partito dalla pit lane e in seguito ha recuperato fino alla decima posizione con una gara tutta all’attacco. Fu proprio questo tipo di exploit a far pensare a Marko di sostituire Kvyat con Verstappen nel 2016, anche se la situazione era leggermente diversa: l’olandese aveva già un anno di esperienza nel Circus, e Daniil veniva da diversi errori in pista.

Quello che è certo, in ogni caso, è che Gasly dovrà cambiare registro già dalla prossima gara a Baku; il circuito dell’Azerbaijan potrebbe aiutarlo, e magari scacciare ogni dubbio nei suoi confronti. Pierre merita la Red Bull: ora deve solo dimostrarlo in pista con i risultati!

Nicola Saglia