Il terzo posto nell’ultimo Gran Premio del Canada ha permesso a Charles Leclerc di salire per la seconda volta, nella sua breve carriera in Formula 1, sul podio, dopo il primo ottenuto in Bahrain, GP nel quale il monegasco avrebbe meritato la vittoria se non ci fosse stato il problema di affidabilità. Leclerc, tra errori suoi e del team, non era più riuscito a piazzare la sua vettura nelle prime tre posizioni.

Nell’ultimo weekend, nel trambusto della questione legata alla legittimità o meno della manovra di Sebastian Vettel, Leclerc avrebbe potuto sfruttare la penalità inflitta al compagno di team e salire in seconda posizione, se solo fosse stato informato dalla squadra. Infatti nel dopo gara, il team ha fatto sapere di non aver messo al corrente il pilota della penalità di Vettel, non dandogli così lo stimolo ulteriore per avvicinarsi al duo di testa. Il risultato è stato un distacco di poco superiore al secondo rispetto al campione del mondo tedesco, davvero risicato e non difficile da colmare.

“Non sapevo nulla” - aveva ammesso il pilota monegasco nel dopo-gara. “La squadra non mi ha informato sulla penalità di cinque secondi inflitta a Sebastian. Stavo spingendo, ma solo nel tentativo di raggiungere Lewis; non ero a conoscenza della penalità”.

Anche il team capitanato da Mattia Binotto ha confermato come il pilota ex-Sauber non sia stato messo al corrente della penalizzazione inflitta al suo compagno di team: “Ammetto che è stato un errore da parte nostra” - ha detto il team principal Ferrari. “Eravamo molto occupati al muretto e semplicemente ce ne siamo dimenticati. Avremmo dovuto farlo, ma non l’abbiamo fatto”.

Colpevolezza da parte del muretto Ferrari che, chiaramente, lascia qualche dubbio sulla reale volontà di informare il giovane pilota del Cavallino, specie dopo l'ammissione di inizio stagione da parte di Binotto su come i gradi di capitano fossero affidati a Sebastian Vettel.

Sta di fatto che le tante strategie sbagliate nei suoi confronti hanno costretto Charles Leclerc a trovarsi al quinto posto della classifica piloti, staccato di 16 punti da Max Verstappen e di 28 dal compagno di squadra. Quello che fa riflettere è quanto il pilota monegasco abbia voluto minimizzare anche su errori piuttosto pacchiani da parte del team, vedi la qualifica di Montecarlo.

Saranno stati bravi in casa Ferrari a rassicurarlo circa un prossimo futuro dalle gerarchie ribaltate o il campione di F2 e F3 pecca ancora di carattere, all’interno di una scuderia così prestigiosa? La stagione non è ancora giunta al giro di boa e le prossime gare potranno essere chiarificatrici sotto questo aspetto.

Samuele Fassino