A scatenare le polemiche non è però il fatto in sé, quanto la decisione da parte dei commissari di non mettere nemmeno sotto investigazione il britannico, con la motivazione di non aver ostacolato il pilota della Williams in quanto quest'ultimo non stava effettuando il suo giro lanciato.

Scelta che ha dell'assurdo questa, data la pericolosità dell'episodio, che avrebbe potuto portare al contatto i due piloti compromettendo ovviamente la qualifica di entrambi, nel minore dei casi. Una situazione molto simile a quella dell'ultimo GP d'Austria, in cui Sebastian Vettel ostacolò Carlos Sainz nel corso del suo giro veloce e fu sanzionato con la penalità di tre posizioni sulla griglia di partenza.

Incredibili anche le dichiarazione del poleman, che ha scaricato le colpe sul suo collega, dichiarando di voler lasciare spazio al suo compagno di squadra Valtteri Bottas e di essersi spostato a sinistra per far passare il russo sulla destra, dal lato della traiettoria migliore, pensando che il pilota del team di Grove stesse ultimando il suo giro lanciato, definendolo irrispettoso per aver fatto perdere tempo a tutti e due.

Poco prima del fatto, inoltre, sempre Hamilton, appena concluso il suo giro lanciato ha ostacolato, seppure in maniera molto meno evidente, anche Kimi Raikkonen, che invece aveva appena iniziato un giro veloce. Ancora una volta emerge quindi una generale disparità nell'assegnazione delle penalità in questa stagione, con situazioni simili giudicate quasi sempre in maniera differente in ogni weekend di gara.

Carlo Luciani