Quello a cui abbiamo assistito oggi a 12 minuti dall’inizio della FP1 a Baku (qui il report dell’accaduto), momento in cui George Russell è letteralmente “planato” sopra un tombino distruggendo completamente il fondo della monoposto e terminando anticipatamente la sessione, ha scatenato diverse polemiche all’interno del paddock relative alla sicurezza del circuito.

Non è infatti la prima volta che vediamo un incidente simile a Baku ( da ricordare Grosjean nel 2017 ebbe lo stesso inconveniente con la sua Haas ), e la preoccupazione da parte delle squadre è alta considerando che vi sono ben 360 tombini disseminati lungo il tracciato. 

La FIA sarebbe da incolpare per quanto accaduto secondo Kimi Raikkonen: “Tutti sono sembrati dei dilettanti oggi”, le dure parole del finlandese dopo la bandiera rossa. 

Non dovrebbe andare cosi. E’ responsabilità della FIA controllare che la pista sia nelle condizioni in cui dovrebbe essere. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma la giornata è stata rovinata”.

Raikonnen rincara la dose sostenendo: “Sono loro che dovrebbero controllare e riferire a noi piloti. E’ loro responsabilità di farci trovare la pista nelle condizioni che tutti ci aspettiamo. Non è la prima volta che succede, ma speriamo che sarà l’ultima”.

In questo caso la colpa però non può essere della Federazione, in quanto sono i responsabili del circuito a doversi assicurare che tutto sia in regola.

La FIA dal canto suo, a seguito di un approfondita indagine, ha rivelato che il problema è da individuarsi nella rottura del supporto inferiore del tombino, con conseguente spostamento del coperchio. Nel resto della pista non sono stati verificati ulteriori problemi, ma sarà necessario un altro sopralluogo al termine della FP2.

Resta quindi da verificare al termine della giornata di oggi se ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie per lo svolgimento delle qualifiche e della gara, considerando gli ingenti danni che un problema del genere può causare ad una monoposto lanciata ad oltre 340 chilometri orari in uno dei rettilinei più lunghi del Mondiale.

Julian D’Agata