Dopo l'1:21.156 di ieri, il buonumore tra i tifosi della Ferrari era crollato. Quel giro di Lewis Hamilton, che tutto sembrava tranne che umano, aveva tanto il sapore di sentenza anche per la gara, visti i dati delle simulazioni di passo effettuate nelle prove libere. Ma le due Rosse non hanno mollato, portando a casa un risultato importantissimo. Erano 14 anni che non si vedevano sue monoposto di Maranello sul podio a Melbourne, era il 2004, ultimo anno del dominio Schumacher-Barrichello.

È servita un po' di fortuna per ottenere la vittoria oggi, ma come recita un vecchio proverbio: "La fortuna è il momento in cui il talento incontra l'occasione". Non potremmo coniare definizione più corretta per la gara delle due Ferrari; il talento dei suoi due alfieri è chiaro come il sole che splende, e lo si è visto fin dalla partenza, quando Raikkonen e Vettel hanno braccato stretta la Mercedes di Hamilton, scattata perfettamente dalla pole position. E comunque i due piloti del Cavallino vantano 5 titoli mondiali in 2, bottino che senza talento sicuramente non puoi avere.

L'occasione si è presentata quando il povero Grosjean è stato costretto al ritiro per un mancato fissaggio alla sua anteriore sinistra in fase di Pit-stop. Il francese ha parcheggiato la sua Haas appena fuori da curva 1, costringendo Charlie Withing a chiamare il regime di VSC. In quel momento, Hamilton e Raikkonen si erano fermati per la loro sosta da qualche giro, mentre Vettel era al comando della corsa, ma con le gomme ormai a fine vita. Al muretto hanno capito che, se si fosse voluto provare a vincere, bisognava giocarsi il tutto per tutto in 16 curve. E quindi eccoci, l'occasione che incontra il talento: perché Sebastian Vettel ha guidato al limite del tempo delta, per poi entrare in corsia box senza limitatore, ed è uscito davanti ad Hamilton.

Da li in avanti è stato duello vero fra i due tetra-campioni, con Lewis che ha cercato in tutti i modi di riprendersi il comando della gara, fino a "cuocere" le gomme posteriori. Gli ultimi 5 giri per il tedesco sono stati ordinaria amministrazione, perché ormai la Mercedes era lontana, non poteva più spingere. 

Ultime tornate dove Kimi Raikkonen, l'altra freccia rossa, si è avvicinato tantissimo al #44, chiudendo la gara a poco più di 1" dall'inglese. Una doppietta mancata davvero per pochissimo. Sappiamo che con i se e con i ma non si fa la storia, ci mancherebbe, però è certo che con un giro in più, causa i problemi che stava pagando il campione in carica, Raikkonen sarebbe passato, ed avrebbe aperto una Domenica delle Palme davvero dolcissima per i tifosi ferraristi di tutto il mondo.

Il terzo posto non è comunque un esito amaro, tutt'altro: le due Rosse sul podio sono un risultato che nessuno si aspettava alla vigilia di questo week-end. Tutti davano le Ferrari indietro rispetto alla Mercedes e sullo stesso livello di Red Bull. Invece, una volta arrivati sulla griglia di partenza, Bottas è scomparso, Ricciardo e Verstappen non hanno quasi mai impensierito le Rosse. E la classifica costruttori ci dice che il Cavallino Rampante è in testa con 40 punti.

"E' andata piuttosto bene, abbiamo avuto un po' di fortuna con la safety car, ma mi sono davvero divertito. Speravo di fare una buona partenza, ma non ha funzionato, quindi all'inizio mi sono dovuto accontentare del terzo posto. Poi ho perso un pochino contatto con Lewis e Kimi, perché nel primo stint ho fatto un po' fatica con le gomme e devo dire che mi sono sentito meglio con le soft nel secondo" ha detto Sebastian, subito dopo aver festeggiato una vittoria che gli è valsa anche il 100esimo podio in carriera in Formula 1. "Nel primo stint pregavo per la safety car, poi ho visto la Haas ferma e a quel punto ero pieno di adrenalina: la gara è stata neutralizzata ed ho cercato di rientrare il più veloce possibile".

"Siamo contenti ma io dico che bisogna stare tranquilli, siamo solo all'inizio della stagione. Ma c'è chi parla e chi fa i fatti - ha detto invece Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari, ai microfoni di Sky - Questa è una vittoria da squadra e da Ferrari".

Si è detto commosso, sentendo le note dell'inno d'Italia sul podio, anche il Presidente Sergio Marchionne: "Non poteva esserci un inizio migliore per la Ferrari in questo Mondiale. Sentire l'inno di Mameli risuonare a Melbourne è stata un'emozione per tutti noi e per ogni tifoso della Scuderia".

In conclusione, bisogna ricordare che Melbourne è un circuito molto singolare, un tracciato semi permanente e cittadino. I riscontri che fornisce il tracciato dell'Albert Park sono sempre da prendere con le pinze, negli scorsi anni lo si è visto. L'esempio più lampante lo abbiamo avuto con la SF16H, che in Australia sembrava una monoposto molto competitiva, ma poi durante la stagione si è rivelata una monoposto non sempre all'altezza della Mercedes.

In Ferrari sanno di essere all'inizio di un percorso che porterà la vettura 2018 ad essere completata durante la stagione con continui aggiornamenti, perché il progetto nuovo con l'allungamento del passo, come fu per Mercedes nel 2017, vuole che l'auto si esprima al massimo dalla seconda metà di stagione in poi. La W08 ha vinto il mondiale dal Belgio in poi, fino al Gran Primio di Ungheria era alle spalle della Ferrari.

Nel frattempo godiamoci questo week end, che ci ha regalato una Ferrari in testa al mondiale costruttori dopo la prima gara, evento che non accadeva dal 2013, quando i piloti rispondevano ai nomi di Alonso e Massa. 

Alessandro Gazzoni