Tutto è successo nello spazio di pochi giri, dopo che la prima parte di gara era stata letteralmente...da sballo per il team di Gene Haas. Con Magnussen e Grosjean in quarta e quinta posizione fino al valzer dei pit-stop, per la scuderia di Kannapolis sembrava potesse profilarsi il migliore risultato nella sua ancor breve esperienza nel Circus, dopo le buone premesse scaturite dai test invernali. Ed invece la situazione è precipitata nella maniera più beffarda, visto che prima il danese e poi il francese sono stati fermati da un problema analogo verificatosi proprio durante la sosta ai box: il mancato fissaggio delle ruote sul lato sinistro della vettura. Un problema che ha letteralmente buttato al vento la possibilità di conquistare un risultato da sogno e per certi versi insperato, gettando nello sconforto team e piloti.

Una delusione che appare assai evidente anche nelle parole del team principal della scuderia, Guenther Steiner: "E' stato un finale sfortunato di un weekend molto promettente. Abbiamo avuto un doppio problema al pit-stop per quanto riguarda il corretto fissaggio delle ruote, quindi abbiamo dovuto fermare subito le macchine. Anche se fa male ammetterlo, anche queste sono le corse. Succede, anche se non sarebbe dovuto accadere. E' incredibile che ciò sia avvenuto nella stessa gara ad entrambe le macchina, quando ci trovavamo in quarta e quinta posizione. La cosa buona che ci portiamo a casa da questo weekend è la competitività della vettura. Ci concentreremo su quello, focalizzando la nostra attenzione verso il Bahrain".

Il dramma sportivo consumatosi in casa Haas ha però finito per favorire involontariamente la Ferrari, ovvero il partner che fornisce alla scuderia americana le proprie Power Unit, con Vettel capace di sopravanzare Hamilton proprio durante la fase di neutralizzazione della gara. Per il team a stelle e strisce la delusione è inevitabilmente cocente, ma se la monoposto sarà in grado di mantenere simili livelli di performance, l'episodio di Melbourne sarà presto destinato a diventare solo un lontano ricordo.

Marco Privitera

 

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