Sono trascorsi undici anni dal trionfo iridato a Interlagos, giornata di rara e inaspettata gioia per tutti i ferraristi, rimasta scolpita nella memoria ormai lontana di una Ferrari diversa, che sapeva vincere, intimoriva gli avversari e non mollava mai. Kimi Raikkonen, ultimo campione del mondo di rosso vestito saluta la squadra che è un po' la sua famiglia, ma non sembra affatto uno che che si appresti a chiudere un capitolo così importante della sua vita. Non si abbandona alle manifestazioni di affetto né alle facili nostalgie come sarebbe legittimo supporre. Per una persona normale forse, ma non per lui, che continuerà a correre in Sauber chiudendo il cerchio che l'ha portato al debutto in Formula 1. 

"L'ultima gara con la Ferrari? Non è una novità, è qualcosa che ho già vissuto in passato quindi non è una cosa inedita per me. Non sono triste e, sinceramente, non vedo perché dovrei esserlo" - commenta caustico Kimi, che poi prosegue - "Le persone che vedo oggi continuerò a vederle, resteremo comunque amici, e alla fine cambierà poco visto che sarò sempre nel paddock". Ma c'è stato anche il momento in cui il gelido finlandese si è lasciato andare a qualche ricordo della sua esperienza, lunga e vincente, con la Ferrari: “Ho vissuto dei gran momenti con la squadra e lavorato con persone fantastiche. Ci sono stati naturalmente momenti difficili, ma sono fasi che fanno parte di questo lavoro, di questo sport, ed è naturale che ci siano. Non posso non ricordare il titolo mondiale che ho vinto così come i due  titoli costruttori per cui sono certo di aver dato il mio contribuito”.

Già, il titolo mondiale. Quella splendida cavalcata datata ormai 2007 con una vittoria all'ultimo respiro su un giovane debuttante che risponde al nome di Lewis Hamilton. Una vittoria di squadra oltre di cuore e piede, un successo permeato da aspirazioni, ambizioni e motivazioni adamantine che hanno scolpito la memoria e il talento di un pilota e di un campione. La favola di Kimi come sappiamo non si chiude qui. Per due anni proverà a portare ancora più in alto la Sauber già portata più volte in posizioni nobili da Charles Leclerc di cui prenderà il posto. Interpellato dal nostro inviato, il finlandese non si sbilancia sugli obiettivi per il suo biennio di fine carriera: "Non ci ho ancora pensato in realtà. Vedremo quando inizieremo a lavorare sulle nuove macchine e da lì ripartiremo. Sarà naturalmente una sfida diversa, ma comunque stimolante. Credo che avremo la possibilità di fare grandi cose; dove ci porterà tutto questo? Certo non lo so, ma lo scopriremo presto".

Rimane ancora aperta in quest'ultima gara la sfida diretta fra i due finlandesi per il terzo posto in classifica piloti. 14 punti separano Bottas e Raikkonen, con il ferrarista in recupero ma che non pensa farne un dramma del risultato finale. "Se arriverò terzo dovrò andare alla cerimonia di premiazione della Fia e sarebbe un viaggio in più, ma vedremo come andrà a finire". Iceman, come sempre. 

Stefano De Nicolo'