La certezza anglo-tedesca: dopo una manata di stagioni dominate e avendo visto lo stato di grazia di chi ci mette il piede, non possiamo non iniziare dando per favoriti ancora loro: Lewis Hamilton e la Mercedes. Il team è ormai solido come una roccia da parecchi lustri, non presentando apparentemente punti deboli da nessun punto di vista. Meccanica, motore, aerodinamica, telaio, sospensioni, affidabilità, sviluppo durante la stagione, gestione della squadra: insomma…tutto. La corazzata d’argento ha una guardia altissima in ogni fronte, e con a disposizione un pilota come LH44 capace di arrivare alla vittoria anche in Vespa, non possiamo che aspettarceli al top per tutto l’anno. Unico punto debole? Ahilui… Bottas, e non ce ne voglia il buon Valtteri.

La verità Rossa: già, perché questo per la Ferrari sarà l’anno decisivo. Quello dell’esame finale, della prova definitiva…. l’anno della verità appunto. L’escalation di Maranello durante le ultime stagione è stata progressiva, partendo da una base ballerina e migliorando step by step durante i mondiali successivi. Il 2018 è stata la vera consacrazione, arrivando ai nastri di partenza con una vettura forse addirittura migliore di quella tedesca. Solo una serie di episodi negativi e errori dei piloti hanno tolto le mani italiane dall’alloro finale, ma se mentre negli anni precedenti ci poteva stare la scusante “dobbiamo ancora chiudere il gap tecnico”, adesso questa giustificazione non regge più, in quanto adesso è ora di fare una cosa sola: vincere! La macchina è forte… molto forte. O meglio, lo è stata per tutto il 2018, e salvo strani allineamenti di pianeti a Brackley dovrebbe essere pronta a vincere anche nel 2019. Sarà dunque tutto nelle mani degli uomini del team, sia di quelli che guidano che di quelli al di qua del muretto. E a volerla raccontare tutta, nella testa di chi al momento sta scrivendo questo articolo continua a frullare per la testa sempre lo stesso nome… Charles Leclerc. Il monegasco ha talento, piede e ha già dimostrato tanto. Per di più ha quella strana luce negli occhi di colui che è sicuro di poter fare un “tarallo” così a tutti, quello stesso luccichìo che Apollo Creed definiva “l’occhio della tigre”. Attento Vettel… quest’anno il problema potresti averlo in casa.

Occhio a Verstappen: un altro da cui ci si aspetta molto è ovviamente il figlio di Jos. L’olandesino nel 2018 è cresciuto tantissimo, passando da uno che guida veloce come se non ci fosse un domani, a uno che va fortissimo pensando a finire la gara. Nella seconda parte della passata stagione è stato tra quelli che hanno raccolto più punti, e se la Honda manterrà parte delle promesse fatte a Milton Keynes, potremmo assistere ad un’annata veramente divertente per il giovane rampollo di Helmut Marko. Senza dimenticare nemmeno il nuovo teammate Gasly, che per ora ha si impressionato, ma in punta di piedi, tenendo chiusa la bocca e scegliendo di parlare a suon di buoni risultati. Staremo a vedere.

La parte preoccupante: pensando ovviamente anche alle cose meno felici, sinceramente ci aspettiamo un anno poco promettente per Daniel Ricciardo. L’australiano è passato in Renault, lasciandosi convincere da buoni numeri presentati dai francesi provenienti dal banco prova del propulsore. Pare però che l’incremento di potenza per stare al passo con gli altri abbia minato inesorabilmente l’affidabilità di alcune componenti, e se gli uomini di Abiteboul non troveranno presto soluzioni, rischiamo di non rivedere per un bel po' il sorriso dell’ex Red Bull.

Il resto della mischia: e riguardo gli altri? Beh, sicuramente ci aspettiamo dei valori in campo simili a quelli della passata stagione, dato che il regolamento non ha subito poi così tanti stravolgimenti. Le uniche incognite derivano dalla nuova proprietà dell’ormai ex Force India (che potrebbe stravolgere le carte in tavola in fabbrica) e dalla nostra Alfa Sauber. Il team anglo-svizzero infatti schiererà innanzitutto due piloti di tutto rispetto, ovvero Raikkonen e Giovinazzi, e potrà contare sull’ausilio tecnico di Maranello e sul prezioso contributo del nuovo chef director Simone Resta, senza dimenticare che la squadra monterà come sempre gli stessi propulsori delle Rosse.

Conclusioni: per chiudere, lasciateci dire che noi non riusciamo ancora ad immaginare un mondiale di Formula Uno senza Fernando Alonso. Il campionissimo spagnolo è ufficialmente in pensione, e già questa è un’eresia. L’ex ferrarista ha dimostrato in lungo e in largo di aver mantenuto intatto il proprio talento, demolendo e devastando uno come Vandoorne, che oltre ad avere la metà degli anni era considerato (ricordiamolo) come un demonio venuto fra i mortali per dominare le piste del motorsport. Con il groppone in gola, dunque, manteniamo accesa la speranza di rivedere Fernando al via nella stagione 2020, stavolta però su una vettura che gli possa dare giustizia. Meno male almeno che in Williams hanno dato il sedile a chi davvero lo meritava, ossia Robert Kubica. Questa bella notizia ci aiuterà a controbilanciare il malumore per l’assenza di Nando.

Ci vediamo in Australia…

Daniel Limardi