Nel 1999 la Formula Uno approda per la prima volta in Malesia, appuntamento che segna anche il ritorno in pista di Michael Schumacher dopo l’infortunio a tibia e perone patito a Silverstone in estate. I dubbi sulla totalità integrità fisica del Kaiser, dopo un trauma fisico così serio, aleggiano nell’aria, ma è lo stesso campionissimo tedesco a fugare via ogni dubbio nel corso del fine settimana. Dapprima con una grandissima prestazione al sabato, dove ottiene una straordinaria pole (quasi 1" più rapido del compagno di squadra Eddie Irvine), e successivamente in gara rivestendo i panni del gregario di lusso dove scorta fino alla bandiera a scacchi il nordirlandese che trionfa tenendo vivo il sogno iridato (poi infranto a Suzuka). Il tutto anche se al termine della gara entrambe le Ferrari vengono provvisoriamente squalificate per una presunta irregolarità sulle dimensioni dei deviatori di flusso, venendo scagionate poi dalla Corte di Appello della FIA.

La particolare affinità mostrata dal Cavallino sulla pista di Kuala Lumpur viene rimarcata anche nelle edizioni del 2000 e 2001. Dopo aver riportato il titolo piloti a Maranello nell’appuntamento precedente in Giappone, 21 anni dopo l’iride conquistato da Jody Scheckter, Schumacher e la Ferrari fanno festa anche a Sepang dove la Rossa conquista il secondo Mondiale costruttori consecutivo. Un trionfo festeggiato dallo stato maggiore del Cavallino (da Montezemolo a Todt, passando anche per i piloti) con della buffe parrucche rosse.

L’anno successivo la Ferrari è protagonista di una netta dimostrazione di forza, prologo di una stagione che vedrà Maranello conquistare entrambi i titoli con largo anticipo. Partite in testa, con Michael Schumacher e Rubens Barrichello (protagonista quest’ultimo di un contatto con Ralf Schumacher) entrambe le F2001 vanno lunghe perdendo aderenza a causa dell’olio perso dalla BAR di Olivier Panis. Un imprevisto che costringe le Rosse a retrocedere a centro gruppo. In una gara caratterizzata anche dalla pioggia e dall’ingresso in pista della Safety Car, la strategia vincente per entrambi i piloti di Maranello risultata essere quella di montare pneumatici intermedi (malgrado una sosta “doppia” molto lunga dovuta ai meccanici che non riuscirono a trovare l’anteriore destra da montare sulla monoposto di Barrichello), al contrario degli altri che optano per le full wet. Con le intermedie Schumacher e Barrichello recuperano velocemente le posizioni perse e si involano verso una grande doppietta.

Nel 2003 a far festa sul tracciato di Sepang sono due giovani piloti di grandi speranze: Kimi Raikkonen e Fernando Alonso. Il finlandese, all’epoca in McLaren, favorito anche da qualche ritiro dinanzi a lui, riesce a conquistare la prima vittoria in Formula Uno dopo essere partito dalla quarta fila, in virtù del settimo tempo ottenuto nelle qualifiche. Lo spagnolo invece, che al sabato ottiene la pole position (la sua prima partenza al palo), si deve accontentare del terzo posto finale che gli vale l’approdo in Top Three per la prima volta in carriera.

Sepang è purtroppo "nota" per essere anche la pista dove ad oggi ha trionfato per l’ultima volta un pilota italiano. Correva l’anno 2006 e Giancarlo Fisichella è autore in Malesia di un weekend perfetto. Al sabato mette tutti in fila, beffando Jenson Button nei minuti finali e realizzando con un gran tempo la pole; dominio che si ripete anche la domenica, quando taglia il traguardo in prima posizione davanti alla Renault gemella di Alonso.

Proprio Alonso, al volante della Ferrari, è protagonista nel 2012 di un successo inaspettato al termine di una corsa rocambolesca, resa ancora più incerta dalla pioggia che costringe anche la direzione gara all’interruzione momentanea dell’evento. Lo spagnolo, portatosi al comando del GP dopo essere partito 9°, riesce a conservare la prima posizione fino alla bandiera a scacchi, difendendosi dagli attacchi della Sauber di Sergio Perez, autore anche di un errore nel finale.

Improvviso è anche il trionfo colto da Sebastian Vettel tre anni dopo l’acuto di Alonso. Il tedesco, alla seconda gara al volante della Ferrari, riesce ad avere la meglio sulle più performanti Mercedes di Lewis Hamilton e di Nico Rosberg, riportando così la Rossa alla vittoria dopo un deprimente 2014 chiuso a secco di vittorie. 

Piero Ladisa

 

 

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