Questo non sarà un articolo “gentile”, né vuole essere una pacata descrizione degli eventi (che i più avranno sicuramente già letto altrove). E’ la trascrizione su carta della rabbia che tutti noi appassionati italiani proviamo in questo momento nei confronti di un’emittente che, di anno in anno, utilizza gli introiti del nostro canone in maniera sempre più discutibile. Con quale arroganza, infatti, la Rai ha voluto scegliere di rinunciare unilateralmente e completamente alla Formula Uno? Si si, avete capito bene: rinunciare. Quella di infischiarsene del Mondiale 2018 è stata una scelta volontaria della nostra amata emittente nazionale, dato che secondo fonti attendibili Liberty Media si era dimostrata assolutamente propensa a trattare.

Nei giorni scorsi, erano anche sembrati delinearsi già alcuni scenari per l’anno venturo (seppur deludenti). E invece niente… nulla assoluto. Il consiglio della Rete di Stato ha deciso di non stanziare nemmeno 1 euro per la Formula Uno, rinunciando quindi non solo ai GP in diretta, ma anche a quelli in differita. Non ci saranno (salvo clamorose sorprese)  quindi nè i soliti 9 GP in concomitanza con la Pay TV, nè le misere 4 deludenti proiezioni Live preannunciate nei giorni scorsi, e nemmeno le solite differite di cui la stragrande maggioranza degli italiani usufruiva. In poche parole, se nel 2018 sei italiano e non hai Sky, per te la F1 non esiste... Ma stiamo scherzando?

E volete sapere i motivi di questa “vergogna”? Per il palinsesto Rai 2018, a parte qualche evento calcistico di Champions League, si è scelto di destinare una grossa fetta di denaro “pubblico” (sottolineiamo quest’ultima parola) alle Olimpiadi Invernali che, beffardamente, durante le competizioni che prevedono la presenza degli azzurri si svolgeranno “di notte”! Cioè, capito? Di notte! Con ascolti praticamente azzerati. Che senso ha quindi, rinunciare ai guadagni della Formula Uno nella speranza di recuperare introiti da eventi notturni?

La domanda a questo punto sorge spontanea: quali sono i criteri di questa scelta? Cioè, paghiamo fior di milioni Fabio Fazio per condurre “Che tempo che fa” (un programma seguito soltanto...dai cameraman che lo filmano, che guarda caso ha fatto il record di ascolti proprio nella serata in cui è stato invitato in studio Lewis Hamilton), ed eliminiamo la Formula Uno? Ovviamente non vogliamo trasformare quest’articolo in una campagna elettorale, ma certe cose scusate dobbiamo dirle: vogliamo parlare anche dell’inutile Festival di Sanremo che inizierà a breve? Quanto ci sono costati nei vari anni per quest’ultimo lo stesso Fazio, la Littizzetto e tutti gli altri? E quanto ci spenderemo nel 2018? Chi ancora lo guarda?

Per concludere, cara Rai, questa volta più di altre dovresti metterti le mani sulla coscienza e provare vergogna. Questo non rispecchia per niente quello che vogliono gli italiani, e siccome non sei un’emittente privata che può fare quello che vuole ma sei la TV nazionale che vive con il denaro dei contribuenti, un minimo di considerazione per chi paga la dovresti avere. Sono anni che il popolo si arrabbia per le cifre esorbitanti spesso date a vip o presentatori per programmi cosiddetti "spazzatura", e questo non è giusto. Il canone non è facoltativo. Non si può decidere se pagare o meno. Si deve fare e basta. Quindi come minimo si dovrebbe cercare di andare incontro alle preferenze della maggior parte della gente. E non crediamo che Fazio, Sanremo, le Olimpiadi invernali ecc., abbiano più interessati della Formula Uno. Quindi chi ha scelto cosa e perché? Ai piani alti volete decidere a vostro piacimento? Ok, allora rendiamo il canone “facoltativo”: chi vuole seguire la programmazione Rai, paga. Altrimenti no. Semplice. E qualcosa ci dice che in questo modo, al gruppo Rai, per non dover chiudere una volta per tutte le serrande, toccherebbe buttare per aria quasi tutto l’attuale palinsesto.

Per il resto, preferiamo chiudere qui il discorso. Meglio non continuare. Anche perché in Italia siamo evidentemente già stati tutti molto cattivi durante il 2017, per meritarci questo regalo di Stato…

Grazie Rai, grazie di cuore. Da parte dell’intera nazione.

Daniel Limardi    

 

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