92 minuti di applausi. E’ proprio la citazione fantozziana a sposarsi meglio con ciò che in Ungheria ha fatto vedere Lewis Hamilton: vince ancora lui, superando sul finale un ottimo Verstappen dopo una rimonta furibonda alla quale in pochi avrebbero creduto. Sul gradino meno illustre del podio la Ferrari di Sebastian Vettel, anche se da festeggiare a Maranello c’è davvero poco. Cominciamo:

Hamilton, un passo dal mito: sicuramente non servirebbe ribadirlo, in quanto in questi anni Lewis ha dato varie volte modo alla gente di capire che merita di essere lui il re della Formula Uno. Ma quello che l’inglese ha compiuto a Budapest ha del sublime. A 20 giri dal termine, dopo la seconda sosta strategica, il campione del mondo si ritrova a 20 secondi di distacco dal leader Verstappen, il quale a sua volta tiene un ritmo praticamente inavvicinabile per chiunque. Un recupero sembra pressochè impossibile, e sicuramente nessuno ci avrebbe creduto. Ma non è questo un problema che può scalfire lo stato di grazia di LH44: l’alfiere Mercedes infatti sfodera un passo da assassino, andando a recuperare oltre due secondi al giro alla Red Bull e portandosi in “zona tiro” quando mancano appena cinque tornate. Neanche il tempo di pensarci, e l’inglese si ritrova al comando di una gara che sembrava ormai fra le grinfie di superMax. Sesto titolo sempre più vicino e vittoria numero 81 in gara, a sole dieci lunghezze da quel record di Schumacher che fino a poco tempo fa faceva impressione solo nominare. Ammettiamolo però, dopo quanto visto… altro che se se lo merita.

Grande Max: era lui l’uomo del weekend. Lo davamo tutti per vincente gia dal giovedi, conoscendo le doti della sua Red Bull e le caratteristiche del tracciato. Ci ha dato ragione in qualifica fermando il cronometro su un tempo che semplicemente non si potrebbe fare, ma purtroppo per lui in gara Hamilton non è stato d’accordo. Rimane comunque il pilota che dopo Lewis porta a casa più punti in stagione, e se lo paragoniamo con l’unico che si trova ad armi pari con lui, ovvero Gasly, parlare di confronto impietoso non rende nemmeno l’idea dell’abisso di talento di differenza. Al sabato il figlio di Jos ha rifilato quasi un secondo al compagno di colori, roba da far pensare a due categorie nettamente differenti. L’olandesino ha raggiunto lo stadio finale, ed ora è un campionissimo assoluto della Formula Uno. Dategli una vettura vincente, e vedrete che darà spettacolo.

La Ferrari non esiste piu: detta così sembra severissima ed esagerata, specie se pensiamo che parliamo di un team che fino a un paio di stagioni fa schierava una vettura da centro gruppo. Ma viste le premesse che c’erano durante l’inverno, bisogna per una volta tirare via la maschera e dire le cose come stanno: il team è un “disastro”. Al traguardo ungherese il distacco della prima Ferrari dal leader Hamilton, è di un minuto esatto. Avete capito bene… un minuto! Che in una gara da 70 giri significa perdere costantemente un secondo al giro circa. E per un team come la Ferrari è una situazione vergognosa. Le vettura che doveva riportare la gloria in Italia si è ormai rivelata un flop di proporzioni bibliche, e molto probabilmente si farà sopravanzare anche dalla Red Bull nella lotta costruttori. Come se non bastasse inoltre, il problema non sta solo nella competitività della monoposto. E’ anche il team a non esistere più, e anche avessero una vettura alla pari con gli altri non crediamo riuscirebbero a vincere. Provate a pensarci: da quant’è che non vedete un pit stop rosso da record? Con tutto che fili liscio e col cronometro fermo sui due secondi come per gli altri? Ci avete fatto caso? Ad ogni cambio gomme Ferrari c’è sempre una gomma che non entra, un dado che non svita, una pistola che non funziona. Che fine ha fatto quel team di meccanici che una volta elogiavano tutti? Spiace dirlo ma mancano proprio le basi, specie se andiamo anche a rimuginare sulla valanga di guasti meccanici visti durante le varie tappe mondiali. Nella situazione attuale, è giusto che a Maranello non si vinca niente. Punto e basta.

Buone vacanze: appuntamento ora in Belgio dopo la pausa estiva. Sicuramente, insieme a Monza, si tratta di una pista favorevole alla Ferrari, ma visto come a Maranello gestiscono le cose oggi, con ogni probabilità riusciranno a non vincere nemmeno li. Per il resto, aspettiamo di vedere cosa succede in casa d’altri anche fuori dalla pista, dato che ci si avvicina al periodo di annunci di mercato e Toto Wolff qui a Budapest ha sganciato una bomba clamorosa ai microfoni della pay tv italiana: “Probabilmente Valtteri sta andando più piano di prima perché sotto pressione per il suo possibile avvicendamento con Ocon per la prossima stagione”… Wow Toto, tu si che ci hai regalato un’emozione.

Daniel Limardi