Chi si aspettava una gara incerta e combattuta nella lotta per la vittoria è stato, purtroppo, deluso. Il team G-Drive si è confermato infatti assoluto re del tempio della velocità, conquistando una perentoria vittoria nella 4 Ore di Monza, la seconda consecutiva dopo quella di dodici mesi fa. Un dominio che, per quanto visto nelle qualifiche, non sembrava prennunciarsi così ampio, dato che l'Oreca #26 aveva stampato il quinto tempo ad oltre mezzo secondo dalla pole position. In condizioni di gara però, il prototipo arancione è venuto fuori alla grande sin dall'inizio, quando un grande Roman Rusinov ha condotto un primo stint di gara di livello notevole, con Pizzitola prima e Vergne che hanno poi completato l'opera.

Se da una parte il team russo può essere al settimo cielo per questo fantastico risultato, gli umori sono stati molto contrastanti dall'altra parte del box. La seconda Oreca, contraddistinta dal numero 40, è stata infatti protagonista di un brutto incidente alla variante Ascari nelle prime fasi di gara, quando è andata a sbattere violentemente contro le barriere. Pochi minuti prima, stessa sorte per la vettura della Graff, finita contro le protezioni all'esterno della seconda curva di Lesmo. L'inizio di gara particolarmente movimentato da questo punto di vista, è stato completato da altri due incidenti cche hanno visto protagonisti vetture della classe LMP3, che hanno così costretto la safety car a ripetuti interventi nelle prime due ore. Fortunatamente tutti i piloti coinvolti se la sono cavata solo con qualche graffio e tanto spavento, considerando l'entità degli impatti.

Tutto questo non ha minimante disturbato la marcia trionfale della Oreca #26, che alla fine delle 4 ore ha preceduto sul traguardo la vettura gemella #33 della Tds. Il team francese è stato autore di una fantastica rimonta dopo la pole conquistata nelle qualifiche di sabato, ma poi revocata a causa di una piccola irregolarità tecnica. Costretti a partire come ultima vettura della classe LMP2, Duval-Perrodo-Vaxiviere sono stati tuttavia bravissimi a risalire la china e a conquistare un ottimo secondo posto, ma che col senno di poi lascia un pò di amaro un bocca. Considerando la distanza in griglia, ed una strategia non certo ottimale, i rammarichi per quello che poteva essere almeno un inserimento nella lotta per la vittoria sono parecchi. Il prototipo transalpino, inoltre, è stato protagonista di un intenso duello nelle fasi finali con la Oreca #28 della Idec, sulla quale si sono alternati Lafargue-Rojas-Chatin. Proprio quest'ultimo ha condotto un ultimo stint lodevole, che però non è bastato per strappare la piazza d'onore ai connazionali.

Torna invece deluso da Monza il team Dragonspeed, poleman dopo la penalità al team Tds, ma che in gara non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza. Dietro a Lapierre-Hedman-Hanley hanno chiuso i vincitori del Paul Ricard, ovvero gli alfieri della Racing Engineering Nato-Pla-Petit che, esattamente come in Francia, hanno avuto la meglio sui rivali della Dunqueine, Panciatici-Ragues-Jamin.

In una gara dominata dalle Oreca, il primo prototipo al traguardo non del costruttore francese è stato quello del del team Panis Barthez Competition (Ligier JSP217) che, con Stevens-Canal-Buret, ha preceduto la Dallara della Villorba Corsa. L'unico team tricolore nella classe regina ha riscatattato una qualifica deludente, conquistando un piazzamento nella top ten grazie a Lacorte, Sernagiotto ed il subentrato Nasr, bravo a farsi trovare pronto al debutto sul prototipo italiano.

Se la vittoria in LMP2 non è mai stata veramente in discussione, la corsa è andata in modo molto diverso in classe LMP3. Dopo una gara tirata soprattutto nelle fasi finali, la Ligier #2 del team United è stata tradita da un errore alla Roggia commesso da Falb, quando mancavano otto minuti al termine. La vittoria è stata così appannaggio del team Eurointernational, con Mondini-van Berlo vincitori a sorpresa davanti alla Ligier del team 360.

Per quanto riguarda la classe Gt, Monza ha confermato la superiorià Ferrari di questo inizio di stagione. La 488 della Spirit of Race ha infatti conquistato una netta vittoria con Cameron-Griffin-Scott, contro la quale nulla hanno potuto le Porsche 911 Rrs di Proton ed Ebimotors. Il team tedesco si è piazzato in seconda posizione con la vettura #77 di Lieb-Ried-Dienst dopo un bel duello con i compagni di squadra Roda-Roda-Bruni. Questi ultimi sono stati però vittime di un drive trough nel finale, lasciando così il podio agli alfieri del team comasco, Babini-Pera-Narac. Da segnalare il weekend sfortunato del team JMW, costretto a saltare le qualifiche per un problema alla loro 488. I vincitori del Paul Ricard sono comunque riusciti a prendere il via della 4 Ore, nella quale però non sono andati oltre il quarto posto di classe.

Con G-Drive che ha conquistato la vetta della classifica del campionato dopo due appuntamenti, la prossima gara dell'ELMS 2018 sarà la 4 Ore del Red Bull Ring, in programma nel weekend del 22 giugno.

Alessio Sambruna